Csm: "Il premier ci denigra"
A maggioranza il plenum del Csm ha approvato il documento che accusa il premier di aver denigrato e delegittimato la magistratura. Nel testo avallato dal vice presidente Nicola Mancino i magistrati spiegano che i comportamenti di Berlusconi mettono "a rischio l'equilibrio tra poteri e ordini dello Stato sul quale è fondato l'ordinamento democratico di questo Paese". Lo stesso Mancino spiega che "il presidente del Consiglio è un organo istituzionale, ha responsabilità politica, non può usare un linguaggio di insulti e talvolta di intimidazioni nei confronti del libero esercizio dell'attività giudiziaria". Si chiude così la pratica a tutela delle cosiddette "toghe rosse" e di tutti quei magistrati accusati in vario modo di agire spinti da finalità politiche, dai "comunisti" del processo Mills ai pm "talebani", che "perseguono fini eversivi". I consiglieri ritengono in pericolo l'equilibrio tra poteri dello Stato, che è il fondamento della democrazia, soprattutto perché queste affermazioni - «del tutto inaccettabili», che gettano «discredito» sulla magistratura, recando un «gravissimo vulnus alla credibilità della giurisdizione» - provengono «dal massimo rappresentante del potere esecutivo». Si ribadisce infine che «non è ammissibile una delegittimazione di un'istituzione nei confronti dell'altra, pena la caduta di credibilità dell'intero assetto costituzionale».