L'Iran chiede il rilascio dei trafficanti d'armi

Eleonora Crisafulli

L'immediato rilascio dei due presunti trafficanti d'armi arrestati in Italia. E' questa la richiesta che avrebbe rivolto, secondo fonti locali, il ministero degli Esteri di Teheran all'ambasciatore italiano Alberto Bradanini. Una manovra politica - L'Iran giudica il provvedimento «una manovra politica, un nuovo disegno dai fini ambigui, un'altra sortita propagandistica contro il Paese». E sul sito web in italiano della televisione di Stato iraniana Irib viene rincarata la dose: Il premier italiano Berlusconi aveva promesso alle autorità del regime sionista di intraprendere azioni dure contro l'Iran«Il caso appare come un atto della nuova politica italiana nei confronti dell'Iran, voluta e ordinata da Israele». L'emittente, per cui Masoumi era corrispondente, torna quindi sulla recente visita in Israele del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: «È degno di nota che nell'ultima visita in Israele, il premier italiano Berlusconi aveva promesso alle autorità del regime sionista di intraprendere azioni dure contro l'Iran». I due iraniani, arrestati insieme a cinque italiani nell'ambito dell'inchiesta sul traffico d'armi verso l'Iran, sono Hamid Masoumi-Nejad, 51 anni, giornalista della televisione iraniana accreditato da anni presso la Sala stampa estera a Roma, e Ali Damirchilu, 55 anni, catturato a Torino. Inoltre per gli inquirenti altri due iraniani risultano latitanti. L'accusa per loro è di associazione a  delinquere finalizzata all'illecita esportazione di armi e sistemi di armamento verso l'Iran, in violazione del vigente embargo internazionale. Nessun commento da parte della procura di Milano sulla richiesta avanzata da Teheran. Il procuratore aggiunto Armando Spataro che sta guidando l'indagine ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione.