Traffico d'armi verso l'Iran

Eleonora Crisafulli

Nove arresti nei confronti di cittadini italiani e stranieri per il reato di associazione a delinquere finalizzata all'illecita esportazione di armi e sistemi di armamento verso l'Iran, in violazione del vigente embargo internazionale. Fra i nove arrestati ci sono cinque italiani, residenti a Monza, Brescia, Torino, Cadeo (in provincia di Piacenza) e in Svizzera e 4 iraniani, di cui due residenti in Italia, a Torino e Roma. I soggetti iraniani sono ritenuti essere appartenenti ai servizi segreti. Lo ha reso noto, a una conferenza stampa mercoledì mattina a Milano, il procuratore antiterrorismo della Procura Armando Spataro. Anche se non è contestata l'aggravante del terrorismo, è fondato il sospetto degli investigatori, e dei servizi segreti che hanno collaborato all’indagine della procura di Milano, che il materiale «dual use» e militare sequestrato nell'ambito dell'operazione «Sniper» potesse essere destinato, una volta in Iran, ad alimentare i canali del terrorismo internazionale. «Per il momento l'Iran non ha nulla da dire», ha commentato un vice capo del dipartimento per i media del ministero degli Esteri iraniano rispondendo alle domande sugli arresti. Il primo presunto 007 arrestato è Nejad Hamid Masoumi, 51 anni, che era accreditato come giornalista presso la sala stampa estera a Roma dove è stato arrestato dalla Guardia di Finanza. L’altro presunto 007 iraniano è stato arrestato a Torino. Si chiama Ali Damirchiloo, di 55 anni. Sono latitanti un altro iraniano, Hamir Reza, e Bakhtiyari Homayoun, di 47 anni. In manette anche Alessandro Bon, 43 anni, originario di Vittorio Veneto, residente e Monza e ritenuto dagli investigatori il promotore dell’organizzazione tramite una società, la Antares, ubicata a Varese. Arrestati anche la sua compagna, Danila Maffei, 40 anni, un socio di Bon, Arnaldo La Scala, 45 anni, nonché un avvocato di Torino, Raffaele Rossi Patriarca, che secondo l’inchiesta si era recato in Iran a contattare ufficiali dell’esercito per la compravendita degli armamenti. Un altro arrestato è Guglielmo Savi, 56 anni, titolare di una società di telecomunicazioni, la Sirio srl. L'inchiesta è partita a fine giugno 2009 dopo il sequestro in Romania di 200 puntatori ottici. Un’altra partita di 100 puntatori è stata sequestrata anche in Inghilterra dove il locale ufficio dogane ha arrestato un cittadino britannico, le cui dichiarazioni sono state importanti per arrivare agli arresti di oggi. Il traffico di questo tipo di materiali ha riguardato diversi paesi europei come la Germania, il Regno Unito, la Svizzera, l’Italia, la Romania e Dubai, talvolta ultimo Stato di transito prima che il materiale giungesse in Iran. Operazione Sniper - Con l’operazione "Sniper" è stato possibile, spiega la Gdf, interrompere forniture di apparecchi ottici di precisione (mille), di produzione tedesca, e di giubbotti autorespiratori da immersione (120) destinati a armamenti militari, soprattutto grazie alla collaborazione con le autorità inglesi, svizzere e romene. Armi ed esplosivo - L’intervento della finanza ha consentito anche di bloccare i preparativi relativi all’esportazione in Iran di un ingente quantitativo di proiettili traccianti, di esplosivi provenienti dall’est-Europa e una miscela di materiale energetico piroforico, altamente infiammabile e ad alto contenuto di energia termochimica usata nel settore militare come munizionamento, innesco esplosivo o per bombe incendiarie. Triangolazione internazionale - Gli arresti di stanotte sono stati eseguiti nelle province di Milano, Torino, Roma, Piacenza, Treviso, Varese, Brescia, Verbania, Viterbo e Padova. Le accuse sono associazione a delinquere finalizzata all’illecita esportazione verso l’Iran, in violazione del vigente embargo internazionale, di armi e sistemi militari di armamento, con l’aggravante della transnazionalità. L’organizzazione è riuscita a trasportare in Iran materiale bellico, anche attraverso triangolazioni con Paesi terzi.