Pdl, dopo il Lazio respinte le liste in Lombardia

Michela Ravalico

Dopo il Lazio, potrebbe cadere anche la Lombardia. Il giudice della Corte di appello di Milano ha accolto il ricorso presentato dai Radicali contro la lista per la Lombardia di Formigoni per irregolarità nella presentazione delle liste. L'attuale presidente della Regione Lombardia ha tempo fino a domani alle ore 14 per fare ricorso. Rimane da vedere se, l'eventuale perdita del ricorso, comporti anche la mancata candidatura di Formigoni. La decisione del giudice - La Lista per Lombardia di Roberto Formigoni non è stata ammessa alle elezioni regionali per invalidità di oltre 500 firme. Lo ha deciso la Corte di Appello di Milano. Dopo un controllo formale delle firme, i giudici della Corte d'appello di Milano hanno ritenuto fondate le "doglianze" lamentate in un ricorso presentato dai Radicali sia nei confronti della lista Formigoni che per la lista Penati. In particolare, stando a quanto si apprende, le irregolarità riguardano «la mancanza di timbri sui moduli, la mancanza di data dell'autenticazione e la mancanza del luogo dell'autenticazione». Nessun problema- Secondo Mario Mauro, capogruppo del Pdl al Parlamento europeo e responsabile della campagna elettorale del governatore lombardo, "le firme valide che abbiamo presentato sono più che sufficienti. Abbiamo già verificato che più sentenze del Consiglio di Stato rendono irrilevanti e non più necessarie alcune specifiche che invece la Corte di Appello di Milano ha ritenuto indispensabili. Il numero di firme valide da noi presentato è dunque largamente superiore al necessario". "Stiamo perfezionando - conclude Mauro - il ricorso e la Corte d'Appello non potrà che accettarlo". Formigoni è sereno- Per quanto riguarda la Lombardia dico che la legge che regolamenta la raccolta firme ha una quindicina d'anni e stabiliva alcune modalità. Successivamente sono intervenute diverse sentenze che hanno modificato alcuni particolari tecnici. Le nostre firme sono state raccolte tutte all'insegna della legge vigente che è quella del '95, modificata dalle sentenze del Consiglio di Stato. Non c'è nessun problema, non c'è nessun complotto e nessuna situazione negativa perchè non ho motivi per dubitare che alla luce delle sentenze del Consiglio di Stato il nostro ricorso sarà assolutamente accolto». «Dopo di che - ha aggiunto Formigoni - ho visto un'attività particolarmente intrusiva delle opposizioni, ma qui in Lombardia non riescono a fare altro che questo». Formigoni a sostegno della sua tesi ha anche letto un passaggio di una sentenza del Consiglio di Stato nel quale è scritto che è irrilevante l'omesso uso del timbro dell'ufficio nel caso di autentificazione effettuata da un consigliere comunale: «le nostre firme sono state pressochè tutte autenticate da un consigliere comunale che, come sapete, non ha un suo timbro. Se le raccoglie il funzionario il timbro è quello del Comune, se è il consigliere comunale non è necessario alcun timbro». Le irregolarità- L'ufficio centrale regionale, presso la Corte d'Appello di Milano, «ha riscontrato -si legge nella delibera- che le doglianze risultano fondate», in riferimento alla lista Formigoni per quanto riguarda la «mancanza del timbro tondo sui moduli (136), mancanza data dell'autentica (121), mancanza luogo dell'autentica (229), mancanza qualifica autenticante (28) per un totale di sottoscrizioni invalidate in numero di 514». Sottraendo il numero a quello dei sottoscrittori dichiarati in sede di presentazione (3.935) la lista risulta, si spiega nella dlibera «sostenuta da un numero di sottoscrittori (3.421) inferiore al minimo di legge», pari a 3.500. Irregolare anche Penati- Nel ricorso presentato stamane dai Radicali tra le presunte irregolarità si fa riferimento, per entrambe le liste, «all'anomalia della presentazione di certificati elettorali con data anteriore all'autenticazione delle firme». Un'anomalia che «non sembra tradursi -si evidenzia- in un vizio rilevabile». Per quanto riguarda la lista Penati, anche volendo sottrarre le presunte irregolarità sul punto (173) «non sarebbero comunque determinanti -si sottolinea nella delibera- ai fini dell'esclusione, in quanto inidonee ad abbassare il numero delle sottoscrizioni già ritenute valide dall'ufficio (3.795) al di sotto della soglia minima di legge (3.500)». Il ricorso - La Lista Bonino, lunedì mattina alle 8.30, ha depositato all'Ufficio elettorale centrale regionale e alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Milano formale istanza di rivalutazione dell'ammissione della Lista "Per la Lombardia" avente come capolista Roberto Formigoni e della Lista "Penati Presidente" avente come capolista Filippo Penati "per insufficienza delle firme dei sottoscrittori". "Sono 3.500 le firme necessarie per la presentazione di un lista per le regionali e né la lista Penati, né la lista per la Lombardia di Formigoni raggiungono tale cifra". E' quanto ha dichiarato Marco Cappato della Lista Bonino Pannella, illustrando in una conferenza stampa l'istanza per la non ammissione delle liste Penati e Formigoni, dopo aver ottenuto, ieri, l'accesso ai documenti depositati in tribunale. Su 3.795 firme raccolte per la lista Penati, 414 risultano irregolari, secondo gli esponenti della Lista Bonino Pannella; per la lista di Formigoni, invece, che ha raccolto 3.678 firme quelle con "vizio di forma" sono 908.