Foggia, nonno e zio violentano 13enne

Monica Rizzello

Una storia agghiacciante di violenza sessuale su una 13enne arriva dalla Puglia. Sono stati infatti arrestati in provincia di Foggia due uomini, rispettivamente nonno e zio della vittima, con l’accusa di avere violentato l’adolescente. I carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Lucera, in provincia di Foggia, insieme ai militari della Stazione di Roseto Valfortore, hanno eseguito ad Alberona due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal giudice per le indagini preliminari dello stesso Tribunale Caterina Lazzara, su richiesta del pubblico ministero Mara Flaiani, nei confronti di due uomini di 62 e 38 anni, per violenza sessuale nei confronti della nipote minorenne. Ai primi di febbraio, la direttrice dell’istituto di accoglienza per minorenni nel foggiano, alla quale la 13enne stata affidata del Tribunale dei minori di Bari, ha scoperto la gravidanza della ragazzina. Dato il forte malessere dei giorni precedenti, la 13enne era stata sottoposta dai medici a una serie di analisi, tra cui anche il test di gravidanza. Inaspettatamente, la direttrice dell’istituto si è accorta che la ragazza non sapeva trovare una spiegazione all'accaduto. Alla domanda di come fosse successo e soprattutto chi fosse il padre, la minorenne rispondeva «nessuno», lasciando intuire di non sapere neanche come si concepissero i bambini. A domande più specifiche, quando cioè è stato chiesto alla minore se qualcuno l'avesse portata in qualche posto e se l'avesse toccata nelle parte intime, l'imbarazzo cresceva e si mescolava al disagio di dover ammettere una triste realtà: la minorenne ha infatti risposto che il nonno aveva avuto determinate “attenzioni”. La minorenne è stata quindi accompagnata dalla direttrice dell'Istituto alla Procura di Lucera, dove i carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria hanno avviato le indagini. La ragazzina è stata ascoltata, con la presenza di alcuni psicologi, e ha potuto raccontare che dal mese di novembre dell'anno scorso, da quando cioè, come disposto dal giudice minorile, trascorreva i week-end a casa dei nonni, il nonno si faceva accompagnare, con la scusa di dover andare a fare la spesa o a fare benzina all'auto. Dopo averla portata in un luogo isolato, abusava di lei all'interno della vettura o fuori nella campagna, e le ordinava di non dire nulla a nessuno, altrimenti l'avrebbe picchiata con la cinghia, oppure, le regalava 5 euro. Gli orrendi episodi si sarebbero ripetuti nei mesi di dicembre e gennaio quando la ragazzina era a casa dei nonni per le festività natalizie. In un’occasione anche lo zio avrebbe abusato della ragazzina, ma nonostante le grida e la richiesta di aiuto, nessuno ha potuto sentirla perché in casa a quell'ora in casa non c'era nessuno. Anche lo zio le avrebbe ordinato di non riferire nulla, altrimenti l'avrebbe picchiata. I carabinieri della Sezione di Pg e del Comando Stazione, coordinati dal pm Flaiani, hanno sentito, alla presenza di uno psicologo, i fratellini della ragazza, più piccoli di lei che fortunatamente non hanno mai subito le “attenzioni” del nonno e dello zio, ma che hanno riferito particolari sullo stato d'ansia e di paura che la sorella viveva quando era lì con loro e dei soldi aveva a disposizione, oltre alla circostanza che il nonno non richiedesse la loro presenza quando usciva con la nipote. I due uomini risponderanno adesso di violenza sessuale aggravata, corruzione di minorenni e violenza privata.