Cile, è cataclisma

Albina Perri

Città in briciole, barche rovesciate sui tetti, palazzi ancora in equilibrio ma come per caso. I morti sono più di settecento, e la terra continua a tremare. Il Cile è in ginocchio. Conception rasa al suolo. "Ogni ora che passa abbiamo notizie peggiori di prima", ha dichiarato il ministro degli interni cileno, Edmundo Perez Yoma, commentando la situazione nel centro sud del paese anche a proposito dello tsunami che ha colpito la costa.  Il Cile ha tremato (guarda la gallery) sabato,  con una scossa di magnitudo 8,8. Il sisma è stato registrato al largo della costa centrale cilena, 300 chilometri a sud di Santiag oe ha generato anche uno tsunami. Un «numero sempre più alto» di persone è disperso, ha precisato Bachelet chiedendo l'aiuto dei Paesi stranieri che invece in un primo momento aveva rifiutato I soccorsi sono ostacolati da continue scosse di assestamento, tutte di intensità superiore ai cinque gradi della scala Richter (ieri sera, un'altra di intensità pari a 6,2 gradi). Un «numero sempre più alto» di persone è disperso, ha precisato Bachelet chiedendo l'aiuto dei Paesi stranieri che invece in un primo momento aveva rifiutato. «Stiamo affrontando una catastrofe di dimensioni impensabili per farcela dobbiamo rimanere uniti», ha aggiunto dopo essersi riunita per sei ore con i ministri del suo governo e i vertici militari nel palazzo della Moneda, un altro edificio colpito dal sisma, con crepe evidenti. Nel frattempo è stato riaperto parzialmente l'aeroporto internazionale di Santiago. Nelle aree centro-meridionali nel paese sudamericano - in regioni quali Santiago, Talca Concepcion, Talcahuano, Constitucion -  è stata una domenica di dolore e di lutto. Per far fronte agli atti di sciacallaggio, il governo ha deciso di imporre il coprifuoco nella regione di Maule e nella città di Concepcion, una delle più devastate dal sisma, dove, mentre i vigili del fuoco cercavano di estrarre dalle macerie decine di persone intrappolate polizia e esercito intervenivano per arrestare l'assalto a supermercati e negozi danneggiati. Solo a Constitucion, secondo quanto detto in tv dai soccorritori, i cadaveri finora recuperati sono circa 350. La protezione civile ha già detto che un terremoto violento come quello di sabato apre la strada ad una lunga coda di scosse di assestamento. Ed anche molto forti: come per esempio quella avvertita in più punti della già martoriata area ieri alle 08:26 (ora locale) di magnitudo 6,1 sulla scala Richter. E quella di 6 gradi registrata alle 16:48 (le 20:48 in Italia). «Era come un Titanic che affondava», ha raccontato un abitante di Curicò, una delle località balneari investita da quello che ufficialmente Santiago chiama 'maremoto' e che invece stampa e esperti definiscono «tsunami» I racconti drammatici e le storie di dolore si sono moltiplicati: «Era come un Titanic che affondava», ha raccontato un abitante di Curicò, una delle località balneari investita da quello che ufficialmente Santiago chiama 'maremoto' e che invece stampa e esperti definiscono «tsunami».  Lo tsunami d'altro canto non ha provocato grandi danni nelle altre aree dell'Oceano Pacifico dove era stata lanciata l'allerta, revocata dovunque nel corso della giornata: le onde anomale sono arrivate ma la popolazione, avvertita in tempo, aveva potuto abbandonare le zone costiere a rischio. Santiago pare intanto lontana da tali devastazioni: ieri sono state a poco a poco riattivate diversi servizi - in primo luogo la fornitura della luce e la metropolitana. E nel pomeriggio all'aereoporto sono atterrati i primi aerei, anche se le autorità sottolineano che la ripresa sarà graduale. Sulla fortissima scossa di magnitudo di 8,8 di sabato, i 'santiaguenos' sottolineano in queste ore in particolare due aspetti: «È stato molto più forte di quello di Haiti. È stato lunghissimo, non finiva mai».  Intensità e durata, il mix che spiega la psicosi serpeggiante in città, accompagnata però da nervi saldi, in un paese ad alta intensità tellurica abituato a convivere con i sussulti della terra. Forse anche per questo, il ministro della difesa Francisco Vidal ha ammesso che il governo non ha previsto il rischio tsunami con sufficiente anticipo chiamando in causa la marina militare. «È stato commesso in errore», ha detto. Dichato è praticamente scomparsa. Le barche sono state trascinate sui tetti delle case", ha detto una donna del posto. A Penco "un’onda di sei metri ha sommerso la città, investendo case, garage e ristoranti"  Lo tsunami che si è abbattuto sulla costa meridionale cilena ha provocato ingenti danni. Centinaia di case sono state distrutte dall’onda anomala generata dal sisma, che ha anche trascinato via barche e automobili, nelle città costiere di Talcahuano, Penco e Dichato che oggi offrono uno spettacolo desolante.  "Dichato è praticamente scomparsa. Le barche sono state trascinate sui tetti delle case", ha detto all’Afp una donna del posto. A Penco "un’onda di sei metri ha sommerso la città, investendo case, garage e ristoranti", ha raccontato Carlos Palma, un residente che è riuscito a mettersi in salvo sulle vicine colline. Il ministro della Difesa cileno ha ammesso che il rischio tsunami post-sisma era stato erroneamente valutato.  In tutto sono circa due milioni le persone toccate dal sisma, su un totale di otto milioni di abitanti. Le vittime accertate sono 708, secondo l’ultimo bilancio fornito dal presidente Michelle Bachelet, di cui ben 541 morte a Maule, località a circa 300-400 km a sud della capitale Santiago.