La Siria ignora la Clinton e riceve Ahmadinejad

Eleonora Crisafulli

Il presidente Bashar al Assad riceve il suo collega Mahmoud Ahmadinejad a Damasco. Solo poche ore prima il segretario di Stato americano Hillary Clinton aveva esortato la Siria a «cominciare a prendere le distanze» dall'Iran. Invito che evidentemente non è stato accolto. Il ministro degli Esteri siriano Walid al Muallim ha invece comunicato l'intenzione di trovare un accordo sulla questione nucleare, ribadendo l'assoluta contrarietà all'imposizione di nuove sanzioni. Per favorire l'intesa, Damasco si impegnerà a creare un «dialogo costruttivo» tra l'Iran e gli Stati Uniti. L'incontro - La posizione siriana è confermata dalle dichiarazioni di Bashar al Assad al termine dell'incontro: Gli attacchi all'Iran per il suo programma  nucleare assomigliano a una nuova operazione di colonialismo e di controllo occidentale della regione«L'Iran ha il diritto di proseguire il suo programma di arricchimento dell'uranio per scopi pacifici». A proposito della questione nucleare, il rais ha ribadito che «gli attacchi all'Iran per il suo programma assomigliano a una nuova operazione di colonialismo e di controllo occidentale della regione» e, in risposta al segretario di Stato americano Hillary Clinton, ha ironizzato: «Col presidente Ahmadinejad ci siamo incontrati a Damasco proprio per firmare l'accordo di distanziamento». Durante la conferenza stampa, Ahmadinejad fa un passo in più, rivolgendosi direttamente al segretario di Stato: «Lei chiede a Iran e Siria di aumentare la distanza fra noi, ma evidentemente non sa che tra i due Paesi non esiste alcuna distanza». Dopo i momenti di ilarità a spese dell'americana, Assad torna serio: «Siamo qui oggi per ribadire la profondità dei nostri rapporti bilaterali e l'intenzione di migliorarli e rafforzarli a tutti i livelli e senza eccezioni». Una vecchia alleanza - Siria e Iran sono da 30 anni legate da una stretta alleanza strategico-militare ed entrambi sostengono in funzione anti-israeliana il movimento sciita libanese Hezbollah e le fazioni radicali palestinesi. Nell'ambito del disgelo politico e diplomatico tra Stati Uniti e Siria, la Clinton aveva affermato che durante la recente visita nella capitale siriana del vice segretario di Stato Burns, gli Stati Uniti hanno «indicato ai siriani la necessità di una maggiore cooperazione con l'Iraq, la fine delle ingerenze in Libano e delle forniture di armi ad Hezbollah nonché la ripresa dei negoziati israelo-palestinesi».