"L'aereo è uno strumento di evangelizzazione"
«Negli ultimi decenni anche per il successore di Pietro l'aereo è diventato un insostituibile strumento di evangelizzazione». Benedetto XVI sottolinea l’importanza di «questo prezioso servizio» rivolgendosi ai dirigenti e al personale dell'Ente nazionale per l’aviazione civile e dell'Enav, ricevuti questa mattina in Vaticano insieme al ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, al presidente Enac, Vito Reggio, e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Il pontefice li ringrazia e aggiunge: Il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è la persona, nella sua integrità«Come non ricordare qui lo spazio che hanno avuto gli aeroporti e gli aerei nei viaggi apostolici compiuti da me e dai miei venerati predecessori?». Sicurezza e tutela dei diritti - Tuttavia, nell’epoca del dilagante terrorismo internazionale e della crisi economica non si devono perdere di vista i diritti e i valori della persona, perché «il rispetto del primato della persona e l'attenzione alle sue necessità non solo non rendono meno efficace il servizio e non penalizzano la gestione economica, ma, al contrario, rappresentano importanti garanzie di vera efficienza e di autentica qualità». Il personale è chiamato a «regolare e controllare il traffico aereo e a provvedere all'efficienza del sistema nazionale dei trasporti, nel rispetto degli impegni internazionali del Paese; a garantire agli utenti ed alle imprese la sicurezza dei voli, la tutela dei diritti, la qualità dei servizi negli scali e l'equa competitività nel rispetto dell'ambiente», ma «in tali molteplici impegni è importante ricordare che, in ogni progetto e attività, il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è la persona, nella sua integrità». L'aeroporto è uno specchio del mondo dove i migranti e i profughi vivono vicende di attesa, di speranza e di timore per il futuro Lo specchio del mondo - Infine il Papa ha definito l'odierno aeroporto uno «specchio del mondo» e un luogo di umanità, dove s'incontrano persone di varie nazionalità, culture e religioni e dove anche «i migranti e i profughi vivono vicende di attesa, di speranza e di timore per il futuro».