Camilleri, Sciascia e Tomasi di Lampedusa "portano sfiga"

Eleonora Crisafulli

Camilleri, Tomasi di Lampedusa e Sciascia portano "sfiga", non leggiamoli più. L’esortazione, poco elegante anche nei termini, arriva dall’assessore siciliano alla Formazione, Mario Centorrino, professore all'Università di Messina. Intervenendo agli Stati generali dell’autonomia a Siracusa, l’economista ha spiegato che per affrontare meglio il futuro “destra e sinistra, tutti assieme, almeno per un anno” dovrebbero prendersi una pausa, non leggere per un po’ i famosi scrittori e reagire alla crisi con una buona dose di ottimismo. D’altra parte “le ideologie sono ormai superate” e gli opposti schieramenti potrebbero unirsi in questa astensione culturale. Per avvalorare la sua tesi sul nuovo protagonismo del territorio, Centorrino ha spiegato che “la questione del futuro dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, ad esempio, oggi la sta trattando il presidente Lombardo, nel senso di livello istituzionale territoriale. Pensate che grande differenza rispetto a dieci anni fa, quando una simile vicenda l'avrebbe trattata un ministro del governo nazionale. Ciò significa che si sta sostituendo una rappresentanza territoriale a una rappresentanza politica con la quale abbiamo perso contatti e che non ci dice più niente. Non possiamo più colloquiare perché la legge elettorale ha prodotto deputati che una volta eletti non mostrano attenzione verso il territorio del quale dovrebbero essere espressione”.