Ucraina, Yulia Timoshenko non si arrende

francesca Belotti

La premier filo occidentale ucraina Yulia Timoshenko ha dato mandato ai suoi avvocati di impugnare in tribunale i risultati del ballottaggio presidenziale, suggerendo l'ipotesi di un terzo turno. La bella Yulia ha deciso di non accettare la vittoria del leader filorusso Viktor Ianukovich nel ballottaggio di domenica. Come accadde nel 2004, quando le proteste di piazza della rivoluzione arancione portarono all'annullamento per brogli della vittoria del leader filorusso, Viktor Ianukovich e al successo del presidente uscente, Viktor Iushenko. Serghiei Mishcenko, un deputato del blocco della Timoshenko, ha dichiarato che il nuovo capo dello Stato”, ha dichiarato alla tv Ictv, Nestor Shufric, deputato del Partito delle regioni .partito della premier è pronto “a fare tutto il possibile per garantire che si tenga un terzo turno” delle elezioni presidenziali. “Il divario tra i candidati è più piccolo delle falsificazioni nei distretti elettorali”, ha spiegato il deputato. Oleg Liashko, un altro deputato dello stesso blocco, ha sostenuto che si potrebbero contestare circa 1,5 milioni di voti: mentre “il divario tra i candidati è di 800 mila voti”. L'incarico di impugnare l'esito del voto è stato affidato ad Andre Portnov. La decisione della premier ucraina di impugnare in tribunale i risultati del ballottaggio presidenziale “potrà solo rinviare l'insediamento del nuovo capo dello Stato”, ha dichiarato alla tv Ictv, Nestor Shufric, deputato del Partito delle regioni guidato da Viktor Ianukovich. A suo avviso tale decisione “corrisponde al carattere della nostra avversaria. Speravamo in fondo ai nostri cuori di avanzare verso l'Europa, invece siamo rimasti in Ucraina” ha aggiunto, riferendosi alla prassi occidentale del riconoscimento della vittoria da parte dello sconfitto. Shufric ha anche definito “improbabile” una grande coalizione che metta insieme il partito delle regioni con quello della Tymoshenko. Quanto al futuro premier, ha dichiarato di non immaginare in una nuova coalizione “altro candidato che un rappresentante del partito delle regioni”.