Nucleare, al via la sfida di Teheran
L'Iran sfida l'Occidente e avvia il piano di arricchimento dell'Uranio. La risposta del presidente degli Stati Uniti non si fa attendere. "Se Teheran è pronta a sviluppare armi atomiche- ha detto Obama - noi siamo pronti a rispondere con significative sanzioni". Obama ha precisato che la «porta è ancora aperta» per l'Iran per accettare l'offerta degli Usa e degli altri paesi sull'arricchimento del suo uranio. Altrimenti le sanzioni non si potranno evitare. E questa volta saranno durissime. Teheran - Martedì mattina è partito il programma di arricchimento al 20% dell'uranio deciso dall'Iran. Le operazioni si svolgono nel sito di Natanz, nel centro dell'Iran, sotto la supervisione dell'Aiea, l'agenzia per l'energia atomica dell'Onu. "Oggi abbiamo iniziato a produrre combustibile nucleare arricchito al 20% alla presenza di ispettori dell'Aiea", ha dichiarato un funzionario alla tv di stato iraniana in lingua araba Al Alam. Un portavoce dell'ente iraniano per il nucleare, Ali Shirzadian, ha detto che i "lavori preparatori" sono iniziati alle 09.30, le 07:00 italiane, e che la produzione avrebbe materialmente preso il via verso le 13:00 locali. Da Washington l'annuncio iraniano è stato definito “una mossa provocatoria che sfida le risoluzioni delle Nazioni Unite”. Il presidente francese Nicolas Sarkozy, da Parigi, e il segretario di Stato Usa alla Difesa, Robert Gates hanno concordato sulla necessità di “sanzioni forti” da imporre contro il programma nucleare dell'Iran pur “nella speranza di riprendere i negoziati”. Dal canto suo il ministro della Difesa francese Hervè Morin ha precisato che Parigi e Washington intendono “lavorare” in seno al Consiglio di sicurezza dell'Onu per ottenere sanzioni contro la Repubblica islamica. Mentre il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, ha parlato di un vero e proprio “ricatto” da parte dell'Iran, mettendo tra l'altro in dubbio l'effettiva capacità di Teheran di produrre combustibile a partire da uranio arricchito al 20%. Ma anche la Russia, finora contraria all'inasprimento delle sanzioni, è intervenuta per affermare che l'arricchimento dell'uranio iraniano deve avvenire all'estero.