Abu Mazen apre ai colloqui con Israele

Albina Perri

Cedendo alle pressioni internazionali, il presidente palestinese Abu Mazen ha accettato la proposta degli Stati Uniti di avviare colloqui con Israele, in forma di negoziati indiretti condotti dall’inviato speciale Usa per il Medio Oriente, George Mitchell.   Secondo Haaretz, Abu Mazen ha accettato almeno in linea di principio la proposta,  intende chiedere chiarimenti alla Casa Bianca e si consulterà con i leader arabi prima di dare a Washington la risposta definitiva; ma è incline a rispondere positivamente per non gettare una luce negativa sui palestinesi. Secondo fonti vicine al premier israeliano, Benjamin Netanyahu, i colloqui inizieranno alla fine di febbraio e porteranno alla ripresa dei negoziati diretti tra Israele e l’Autorità Palestinese. La proposta per sbloccare l'attuale impasse era stata fatta durante l’ultima visita di Mitchell, due settimane fa; e il format sarà simile ai colloqui avuti da Israele con la Siria, in Turchia: Mitchell farà da spola, trasferendo i i messaggi dall’una all’altra parte, in stanze separate. L’avvio dei negoziati indiretti sarà il primo scambio politico tra le parti da quando è premier Netanyahu, ma segna un passo indietro nei contatti tra Israele e palestinesi, perché è la prima volta in 16 anni che i colloqui non avvengono in modo diretto.  Il negoziato comincerà con la definizione dell’agenda, per poi affrontare i temi più spinosi; e non è chiaro se avverrà a Washington o a Gerusalemme. La squadra palestinese sarà guidata da Saeb Erekat, capo negoziatore dell’Olp (l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina). Il capo della delegazione israeliana sarà invece probabilmente Yitzhak Molcho, un consigliere personale di Netanyahu, inviato spesso a Washington.