Sanremo, i Modà fatti fuori per lasciare spazio al principe

francesca Belotti

"I Modà? Bravi, ma abbiamo fatto  altre scelte". Francesco Silvestre, voce e leader della band  milanese, incassa l’esclusione dal Festival di Sanremo come un colpo  al cuore. Il cantante racconta a Libero la sua delusione e rivolge accuse alla Direzione della  Kermesse. Siete stati esclusi dal Festival di Sanremo, ma è una decisione che non ritieni giusta. Spiegami un po’ da cosa nasce la tua polemica? Non la chiamerei polemica, ma direi che è più una considerazione. A Sanremo parteciperanno diversi artisti divisi per categorie, gruppi, giovani. Noi ci eravamo proposti in concorso con gruppi con il singolo “Sono già solo”, un prodotto forte. Era una cosa fatta bene, un pezzo fatto come si deve, aveva insomma tutti i requisiti. E’ logico a Sanremo ci sono tanti gruppi che vorrebbero partecipare qualcuno rimane, qualcuno se ne va. A noi ci hanno detto “I Modà sono bravi, ma abbiamo fatto altre scelte”. Altre scelte. Quali sono queste altre scelte, che come penso di intuire, non condividi? La scelta in base alla quale il Festival ragiona è l'audience. Ecco perchè per i Modà non ci sarà posto,  mentre il principe Emanuele Filiberto o Irene Fornaciari, la figlia di  Zucchero, saliranno sul palco dell’Ariston. Avrei potuto capire se queste scelte fossere state fatte verso gruppi bravi, che in Italia sono parecchi. Ma mi sembra che ci sia stata una certa presa in giro. Per la categoria gruppi sono stati fatti strani accoppiamenti. Sono stati scelti i Sonora che è un duo, non un gruppo. Per poi far spazio alla figlia di Zucchero, che mentre l’anno scorso si era esibita nella categoria giovani, quet’anno hanno pensato bene di accoppiarla insieme ai Nomadi. E per concludere, c’è l’accoppiata Pupo- principe Emanuele Filiberto di Savoia, che sulla tastiera del pianoforte non sa neppure dove si trovi il do. E’ una presa in giro. Scelte assurde insomma? Si. Mi chiedo, però, che  futuro avranno queste persone dopo questa esibizione: incideranno un  album o andranno in tournèe? Non sarebbe stato meglio chiamarle come  ospiti lasciando spazio a chi ha un progetto serio? Insomma, a chi con la musica ha qualcosa da dire. Io sono arrabbiato perchè quelli come  noi sono stati scartati per delle scelte assurde Pensi che sia colpa del direttore artistico del Festival? No assolutamente. Il direttore artistico del Festival, Gianmarco Mazzi è lo stesso che portò all’Ariston i Negramaro, che dal  successo e dal palco di Sanremo passarono di lì a poco alla ribalta  di San Siro. Credo che ancora oggi possa giustamente vantarsi di  averli scoperti e lanciati. Allora mi chiedo come abbia potuto lo  stesso Mazzi escludere una canzone come la nostra: una canzone deve  essere scelta perchè è forte non perchè scritta da qualcuno  piuttosto che da qualcun altro. Posso dire che ci eravamo preparati  per mesi a questo evento. Poi abbiamo scoperto di non essere  abbastanza “big” nonostante 5 album pubblicati, svariate tournèe e  un disco di platino, nel 2005, con “Scusami”. La tua rabbia è tanta? Sono arrabbiato perché il nostro pezzo faceva la differenza, c’era dentro il romanticismo, il rock, insomma tutto quello che a Sanremo sarebbe stato apprezzato, un pezzo che ha tutto dentro. Siamo andati persino a Londra per la registrazione. E di fronte alle scelte che sono state fatte resta tanta rabbia, ma anche un profondo senso di frustrazione. Quando hai avuto la notizia della vostra esclusione? Il 17 dicembre. Ho passato un bel natale e un gran bel botto per capodanno. Ci sono rimasto veramente male. Dentro di me ho pensato che non è possibile perché è troppo forte come canzone. Mi girano solamente perché sarebbe stato un pezzo spaziale, che avrebbe fatto grande successo. Quando è stata l’ultima volta che i Modà si sono presentati a Sanremo? Nel 2005 ci presentammo nei giovani, ma furomo schiacciati dal successo che quell’anno ottenerro i Negroamaro. L’anno dopo ci riprovai io presentandomi nei “big”, ma mi risposero non sei abbastanza “big”. Sanremo è morto.  Chiediamoci da quanto tempo non escono dall’Ariston canzoni destinate  a restare negli anni e soprattutto perchè canzoni come “Amo” di  Fausto Leali, “Adesso tu” di Ramazzotti o “Via Margutta” di Luca  Barbarossa hanno resistito al tempo mentre ora si fa fatica a  ricordare chi ha vinto l’edizione dell’anno precedente. Sanremo può  rinascere a patto che si cambino i criteri di  selezione: il come è irrilevante, purchè si scelgano le canzoni  fregandosene di chi le ha scritte. E poi cambierei anche i criteri di  valutazione: giuria di qualità, basta con il televoto. In Italia dicono che la discografia è morta. Ma non è vero, ci sono un sacco di discografici: il vero problema è che a loro non viene dato il giusto spazio. Francesca Belotti Anderboni