Obama apre ai gay nell'esercito

Albina Perri

Obama l'aveva promesso e ora mantiene: l'esercito Usa sarà più morbido con gli omosessuali. I vertici della Difesa americana annunceranno infatti oggi al Senato l'avvio di una revisione sulla politica delle forze armate verso i gay. Come primo passo, anticipa oggi il Washington post, vi sarà meno severità nell'avviare azioni disciplinari nei confronti dei militari la cui omosessualità verrà rivelata contro la loro volontà da terze persone. Nella loro audizione davanti alla commissione Forze Armate del Senato, il segretario alla Difesa Robert Gates e il capo degli Stati maggiori riuniti, ammiraglio Mike Mullen, annunceranno la creazione di un gruppo di studio per capire come integrare i gay nelle forze armate mettendo fine alla vecchia politica del «non dire e non chiedere» varata da Bill Clinton nel 1993. Molte le questioni da risolvere: per esempio fino a che punto i gay potranno esibire il loro orientamento sessuale al lavoro, se il Pentagono dovrà offrire benefici ai loro partner e se i militari eterosessuali potranno essere costretti a dividere gli alloggi con gli omosessuali. L'impegno di Obama- Il presidente Barack Obama in campagna elettorale aveva promesso di aprire le forze armate agli omossesuali e l'impegno è stato rinnovato durante il discorso sullo stato dell'Unione il 27 gennaio. «Quest'anno- ha detto il capo della Casa Bianca- lavorerò con il Congresso e i militari per respingere finalmente la legge che nega agli americani gay il diritto di servire il paese che amano a causa di quello che sono». Ma molti attivisti per i diritti dei gay temono che il Pentagono voglia soltanto prendere tempo. L'estate scorsa Gates aveva annunciato di aver chiesto un consiglio legale sulla possibilità di ignorare le denunce di terze persone sull'omosessualità di militari, ma ancora non sono state rese note le conclusioni. Nel 2009 sono state 428 le persone cacciate dalle forze armate dopo che è stata rivelata la loro omosessualità, rispetto alle 619 del 2008.