Affari di famiglia
di Franco Bechis- Gli atti sono stati firmati fra il 9 marzo e il primo aprile 2009, poche settimane prima che scoppiasse il caso Noemi che ha fatto deflagrare il matrimonio della coppia più nota di Italia. Eppure pochi giorni prima sia Silvio Berlusconi che la sua consorte, Miriam Bartolini in arte Veronica Lario, hanno chiuso uno dei più importanti affari immobiliari del 2009: l’acquisto di palazzo Canova e di alcuni uffici contigui a Milano 2. Probabilmente non sapendo l’uno che cosa faceva l’altro, Silvio e Veronica si sono trasformati in pochissimo tempo in due separati in ufficio. Il colpo grosso l’aveva messo a segno lei, con la sua Finanziaria Il Poggio, rilevando la maggiore parte del palazzo di Segrate, all'interno del complesso immobiliare denominato «Centro direzionale Milano 2». Otto piani, con 94 porzioni immobiliari in parte utilizzate come uffici in parte come esercizi commerciali: supermercati ( Il Crai) e un american wine bar di grido. A vendere il 31 marzo del 2009, è stato Marco Tronchetti Provera, attraverso il fondo immobiliare “Patrimonio uffici-fondo speculativo di tipo chiuso”, controllato dalla sua Pirelli real estate. La firma all’accordo è stata messa davanti al notaio Filippo Laurini di Milano, e il successivo primo aprile è stata iscritta ipoteca volontaria in base a un contratto di mutuo da 20 milioni di euro di capitale stipulato tra la società e la Banca popolare di Sondrio. Somma che Veronica si è impegnata a restituire in 80 rate trimestrali posticipate con tasso al 2,85% e valutazione complessiva dell’affare in 34 milioni di euro. Sfortuna vuole che la proprietà di Veronica sia circondata- e non è così inusuale a Milano 2- da porzioni immobiliari in possesso proprio del coniuge da cui ora vorrebbe divorziare. A dettare legge in zona ci sono infatti due immobiliari che fanno capo indirettamente proprio a Silvio Berlusconi (attraverso la Dolcedrago): l’Immobiliare Idra e l’Immobiliare due ville. Quest’ultima, proprio in via Fratelli Cervi a Milano Due, è riuscita perfino a strappare alla vendita che si stava per fare a Veronica un ufficio da 3,5 vani nello stesso palazzo più altre piccole porzioni immobiliari, garage compresi. E lo ha fatto proprio a fine marzo scorso. Il risultato è che ora volenti o nolenti i coniugi pronti a divorziare potranno avere due cuori, ma uno stesso ufficio. O comunque per andare in ufficio dovranno varcare la soglia dello stesso ingresso. Naturale che lei, proprietaria del 90% dell’immobile, vorrebbe oggi conquistare la parte che manca. Ma con il clima che corre fra i coniugi, lui non molla la presa. E ha partita naturalmente facile. Il manager di fiducia di Veronica, amministratore unico della Finanziaria Il Poggio, è infatti Giuseppino Scabini, uno dei più fedeli dirigenti cresciuti alla corte di Berlusconi. È stato per anni il tesoriere ufficiale della Fininvest, e per Silvio si è immolato anche in più di un processo, in cui lo hanno accusato di avere costituito conti e fondi neri per pagare tangenti. Ora ha le chiavi di casa di Veronica e l’ultimo suo pensiero è quello di imbarcarsi in una guerra contro le immobiliari di Silvio. Che dal loro canto non hanno alcuna intenzione di levare le castagne dal fuoco alla signora, rilevando il resto del palazzo e accollandosi l’oneroso mutuo. Anche a Milano due, intorno a palazzo Canova, si gioca dunque la guerra dei Roses-Berlusconi. Che rischia di avere una sua appendice perfino in banca. Silvio e Veronica hanno infatti ciascuno un conto bancario fra i più rilevanti intestati alla persona fisica alla stessa agenzia di Banca Intesa, quella di piazza Duca d’Aosta contigua alla stazione centrale di Milano. Per fortuna almeno lì raramente ci vanno di persona.