Auto, a gennaio accelerano le immatricolazioni
Gennaio d'oro per il mercato dell'auto in Italia, ma potrebbe essere il canto del cigno. In base ai dati diffusi lunedì pomeriggio dal ministero dei trasporti, la Motorizzazione civile ha immatricolato 206.341 autovetture, il 30% in più rispetto a gennaio 2009, quando ne furono immatricolate 158.457. Il merito, spiega il presidente dell'Anfia Eugenio Razelli, è dell’ ampio portafoglio ordini dei mesi scorsi che per beneficiare degli incentivi 2009, dovranno tradursi in immatricolazioni entro marzo. Ma, avvertono dall'Anfia, "il portafoglio di ordini inevasi potrà sostenere il mercato non oltre marzo. E quando il portafoglio di inevasi verrà smaltito, senza un’uscita graduale dalla fase degli incentivi, ci si può attendere un crollo del mercato Fiat - A gennaio Fiat Group Automobiles ha registrato un calo nella raccolta ordini del 50% rispetto alla media dell’ultimo trimestre 2009. Stabile la quota di mercato al 32%. Complessivamente a gennaio il Lingotto ha immatricolato 66 mila vetture con un aumento del 30,4 per cento rispetto alle quasi 51 mila di un anno fa. Ma le preoccupazioni per il futuro si fanno sentire. Meno di una settimana fa Fiat ha annunciato due settimane di blocco negli stabilimenti per far fronte al calo improvviso degli ordini, dovuto - spiega l'azienda - all'esaurimento degli incentivi di Stato. Gli fa eco il direttore generale dell'Unrae. "Senza incentivi al settore auto sono a rischio molti posti di lavoro. Lo sottolinea Gianni Filipponi, direttore generale dell’Unrae, l’associazione che rappresenta le case estere operanti con le loro reti di vendita sul mercato italiano, che commenta i dati sulle immatricolazioni, aggiungendo che i sia pur scarsi risultati della raccolta ordini sono merito esclusivo delle case e dei concessionari, che hanno lanciato campagne sostitutive degli incentivi, accollandosi pesanti oneri. "Non deve trarre in inganno il buon livello delle immatricolazioni che continua ad esprimere il positivo effetto degli incentivi cessati a fine 2009 - spiega -, perchè a preoccupare l’intero settore dell’automotive italiano è la bassissima quota di ordini raccolti, che indicano le prevedibili attese del cliente di fronte ad una decisione sul futuro del sostegno al rinnovo del parco circolante che tarda ad arrivare, in un senso o nell’altro. Come tutti i mercati, anche quello dell’automobile ha estremo bisogno di certezze e il rinvio da parte delle istituzioni di decisioni in merito, di certo non giova a chi vive di questo lavoro".