Legittimo impedimento, Casini ci sta
La Camera sta discutendo da ieri sul legittimo impedimento. E finora la legge ha incassato il sì, non scontato, di Casini. «Nel rapporto tra potere legislativo e ordine giudiziario secondo noi è necessario rimuovere un macigno che da 15 anni è l'alibi per tutti per non affrontare una riforma vera della giustizia a partire dalle anomalie che spesso in quest'Aula abbiamo evidenziato. C'è chi fa finta di niente, chi indulge nel giustialismo di vecchio tipo e chi decide come noi di affrontare direttamente la questione. Per noi questo è esattamente il male minore». Così il leader dell'Udc, intervenendo nel'Aula della Camera, ha spiegato e difeso la decisione di votare a favore della proposta di legge sul legittimo impedimento. L'ex presidente della Camera è poi intervenuto nel merito del testo, invitando la maggioranza ad apportare alcune modifiche. «La legge secondo noi -ha detto- ha una giustificazione di carattere politico, un provvedimento ponte davanti a nuovi sbocchi di carattere costituzionale. Se il provvedimento ha carattere politico, se il ponte è un ponte tibetano, credo che aumentare la comitiva che passa per questo ponte significa indebolire in primo luogo la tenuta politica del proveddimento, in secondo luogo la posizione dello stesso presidente del Consiglio». Per Casini è necessaria «una tipicizzazione degli impedimenti rispetto al presidente del Consiglio ed estendere il provvedimento a tutti i ministri o magari ai sottosegretari come sciaguratamente si voleva fare significa indebolire, anche alle verifiche successive, la tenuta complessiva di questo provvevdimento». La norma dovrebbe essere dunque approvata senza intoppi, visto che anche Gianfranco Fini si è detto d'accordo all'approvazione.