Silvio predica in Terrasanta
Prende il via a Gerusalemme un vertice fra Italia e Israele dall'inedito formato allargato, che vedrà di fronte i due premier - Silvio Berlusconi e Benyamin Netanyahu - e una decina di ministri di entrambi i paesi. Berlusconi è atterrato a Tel Aviv lunedì mattina. Accolto dal ministro degli Affari Esteri isralieno Avigdor Lieberman, il premier è accompagnato - in questa tre giorni in Terra Santa - da 7 ministri (Scajola, Matteoli, Sacconi, Frattini, Ronchi, Prestigiacomo e Fazio). Trasferitosi rapidamente a Gerusalemme, Berlusconi è stato accolto dal primo ministro Benyamin Netanyahu. "Caro Silvio - ha detto Netayahu - siamo molto felici di averti a Gerusalemme. L’Italia è uno dei più grandi amici di Israele e la tua è una visita storica. Israele è legata all’occidente e Roma e Gerusalemme hanno gettato le basi della cultura occidentale". Il presidente del Consiglio ha ringraziato il primo ministro israeliano per l’accoglienza e ha subito messo sul tavolo un tema caldo: portare Israele all'interno dell'Unione europea. "Ho uno sogno - ha detto Berlusconi a Netanyahu - Annoverare Israele tra i Paesi dell’Unione Europea". Ma sono tanti gli argomenti di cui i leader dei due Paesi dovranno discutere nei prossimi tre giorni. "Israele è all’avanguardia per gli strumenti tecnologici e vorremmo nascessero impegni reciproci per quel futuro importante che avrà Israele", ha detto il premier nel suo intervento. Senza dimenticare il legame storico -culturale che unisce i due Paesi. “Siamo qui, con il nostro governo a testimoniare il nostro amore, la nostra vicinanza, la nostra volontà di collaborare, infatti Italia e Israele sono due Stati vicini e due popoli vicini”. Ma soprattutto, ha detto Berlusconi, ricordo "l'orgoglio di essere noi, con la nostra cultura giudaico-cristiana alla base della civiltà europea”. Berlusconi ha fatto anche un accenno, senza tuttavia mai nominarlo, all’Iran parlando di Israele come di un Paese "la cui esistenza ancora oggi viene messa in discussione". Calorosa l’accoglienza del premier israeliano: "Non tutti i giorni abbiamo un amico più grande, un leader, un grande combattente per la libertà". Vita media di 120 anni- Un impegno a rivedersi "fra 47 anni" a Gerusalemme è stato preso oggi dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi durante la cerimonia di messa a dimora di un albero nella Foresta delle Nazioni, luogo nel quale ha aggiunto il suo nome sulle pietre laddove sono incisi quelli dei leader dei Paesi amici di Israele. Berlusconi ha sottolineato di essere tra i sostenitori di un istituto che "vuol portare l'età media degli uomini a 120 anni, aggiungendo anni alla vita e qualità agli anni". Un obiettivo "non impossibile" se si considera che all'inizio del Novecento la vita media superava di poco i 40 anni, ha aggiunto durante la cerimonia. Per questo - ha concluso con una battuta - "l'appuntamento è qui fra 47 anni". Preludio al vertice - Berlusconi intende porsi come il primo tra i leader europei a difendere Israele ad ogni costo, pur non negandone gli errori. Perché i problemi che si pongono sono molti, a partire dal complicato rapporto con l'Iran e dalla richiesta di boicottare il regime di Ahmadinejad anche attraverso le nostre aziende. Insomma, sul tavolo verranno messe a tema parecchie cosucce, come anche la sicurezza stessa di Israele ("nostra stessa garanzia", come ha detto il ministro Frattini). I colloqui dureranno circa tre giorni e ci sarà anche una tappa nei territori palestinesi. Mercoledì Berlusconi incontrerà infatti Abu Mazen e poi si recherà in visita alla Basilica della Natività di Gesù. Un bel mix. E, nel surriscaldato clima internazionale, c'è da scommettere che la cosa non passerà inosservata. Silvio è molto amato dal premier Benyamin Netanyahu, che nei giorni scorsi ha dichiarato: "Ammiro molto Silvio Berlusconi, Israele non ha un amico più grande di lui nella comunità internazionale". E questa mattina il più noto quotidiano Haaretz ha titolato "Ascoltate l'amico", riferendosi proprio al nostro amico. "Netanyahu farebbe bene ad aascoltare i consigli dell'amico italiano e dar prova di vera leadership". Il titolo di prima pagina di questa mattina del quotidiano filo-governativo Israel-a-yom era invece "Benvenuto Cavaliere". Insomma, una visita attesa che promette se non una svolta, quantomeno un vero grande dialogo. No alla colonizzazione- Nei giorni scorsi, il premier aveva infatti rilasciato un'intervista al quotidiano israeliano Haaretz, dove aveva usato parole forti contro la politica degli insediamenti spiegando che la colonizzazione dei territori arabi occupati da Israele dal giugno 1967 rappresenta "un ostacolo alla pace". Parole schiette, dirette: "Nella mia veste di amico, la mano sul cuore, voglio dire al popolo e al governo di Israele che insistere con questa politica è un errore. È giunto il momento che Israele e la Siria agiscano di concerto per la pace e in questo contesto le alture del Golan dovranno essere restituite (alla Siria, ndr), così che possano essere ristabilite le relazioni diplomatiche e Damasco rinunci a sostenere le organizzazioni che non riconoscono Israele". Per quanto riguarda i palestinesi, aggiunge, "non si potrà mai convincerli della buona volontà di Israele, se continuerà a edificare su territori che dovrebbero essere restituiti nel quadro di un accordo di pace". Un'intervista lunghissima, che ha toccato anche i punti più dolenti, dagli insediamenti che "non si possono rimuovere per averein cambio sinagoghe bruciate, devastazioni e violenza infra-palestinese e lanci di razzi in territorio israeliano" fino a toccare la presenza araba nel paese - "Gli arabi - dice il Cavaliere - vivono in Israele e partecipano alla sua splendida vita democratica, e la guerra sarà davvero finita quando i palestinesi accetteranno di ripristinare la grande tradizione araba di tolleranza e di ospitalità verso gli ebrei nel loro territorio. Condannare gli insediamenti con gli stessi argomenti dell'estremismo è troppo facile, è ipocrita e non è degno delle classi dirigenti dell'Occidente democratico". Affondo sull'Iran- "Bisogna vigilare sui Paesi che sembrano vicini a dotarsi dell’arma nucleare, magari coltivando il folle desiderio di cancellare Israele dalla mappa geografica. La via del controllo multilaterale sugli sviluppi del programma iraniano, del negoziato intelligente, delle sanzioni efficaci è quella da percorrere". Tasse- Berlusconi parla anche di questioni interne all'Italia: "Voglio ridurre la pressione fiscale e portare l’imposta sui redditi a un livello accettabile". "Il problema è realizzare il sogno del futuro: uno Stato meno invadente, un cittadino più autonomo, più responsabile, più libero". Un affondo sui media: "Sono stato vittima per molti mesi di una campagna di stampa che è stata probabilmente la più aggressiva e calunniosa di quante ne siano mai state condotte contro un capo di governo. Ho subito aggressioni politiche, mediatiche, giudiziarie, patrimoniali e anche fisiche".