Favara, l'addio alle due sorelline

francesca Belotti

Un lunghissimo applauso ha salutato l'uscita dalla chiesa madre delle bare bianche di Marianna e Chiara Pia le due sorelline di 14 e 3 anni morte nel crollo della palazzina nel centro storico di Favara. La prima bara portata in spalla da uomini della protezione civile e dei vigili del fuoco è stata quella della piccola Chiara, preceduta da una ghirlanda di fiori bianchi inviata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Anche la bara di Marianna era sorretta dai pompieri, sopra decine di fiori bianchi e un foglio di cartone rosa con disegni e messaggi scritti dai compagni di scuola. Qualcuno ha fatto volare, fuori dalla chiesa, decine di palloncini bianchi tra le lacrime e il dolore delle migliaia di persone che dentro e fuori la chiesa hanno assistito ai funerali. Il padre e la madre di Marianna e Chiara Pia, hanno seguito le bare entrambi sorretti dagli uomini della protezione civile che non li hanno mai lasciati da soli. Giuseppe Bellavia e Giuseppina Bello hanno ancora i segni sul volto delle ferite riportate nel crollo della palazzina di tre piani. Come in processione, dietro le due bare bianche hanno sfilato i parenti delle due povere vittime, in un clima di estremo dolore. I feretri sono stati sistemati su due auto grigie, con sopra due grandi corone di fiori, tra due ali di folla, e sotto una pioggia battente, che ha salutato, tra lacrime e tanta commozione le due sorelline, per molti vittime di una tragedia definita annunciata. Palloncini per le sorelline - Decine di palloncini bianchi per salutare Chiara Pia di 3 anni e Marianna Bellaviadi 14, le due sorelle morte sabato nel crollo della loro abitazione a Favara (Agrigento). Palloncini, alcuni a forma di cuore, tutti rigorosamente bianchi, sono tenuti dai bambini più piccoli. All'ingresso della chiesa c'è una ghirlanda molto grande con la scritta 'I genitori e il fratellinò, tutta composta da fiori bianchi e da quattro palloncini rosa. Sono centinaia le persone che, sfidando la pioggia, aspettano l'uscita delle bare dalla chiesa madre di Favara. L’arciprete – “Favara è un luogo generoso ma disgraziato”. Lo ha detto tra i singhiozzi, senza riuscire a trattenere le lacrime, don Mimmo Zambito, l'arciprete di Favara nell'omelia per i funerali delle due sorelline morte nel crollo della loro abitazione a Favara. In una Chiesa Madre stracolma di gente c'è chi stima quasi mille persone assiepate ovunque, don Zambito si rivolge alle istituzioni: “A chi ha il potere chiediamo di guardare verso il basso a chi nel popolo fa una fatica incredibile”. Poi, rivolgendosi ai genitori delle due sorelline, Giuseppe Bellavia e Giuseppina Bello, l'arciprete dice:  “A voi cara famiglia Bellavia chiedo invece di guardare in alto a Gesù crocifisso”. Fuori dalla chiesa ci sono centinaia di persone che sono rimaste dietro le transenne ad ascoltare, dal megafono sistemato all'esterno, le parole dell'arciprete che si commuove più volte. La casa popolare mai data-  La famiglia Bellavia, che sabato ha perso le figlie nel crollo della propria abitazione a Favara in provincia di Agrigento, “aveva presentato nel 2003 una domanda per un alloggio popolare, ma non aveva allegato i documenti richiesti. Per questo era stata esclusa dalla graduatoria”. È quanto fa sapere per la primna volta il sindaco di Favara Domenico Russello poco prima di entrare in chiesa per i funerali. Fin dal primo istante Russello aveva smentito che i Bellavia avessero presentato domanda: “adesso -ha spiegato- ho acquisito tutto gli atti documentali ed ho appreso che la domanda fu presentata nel 2003. Non ne ha fatte 10 come si favoleggia, ma con questo non voglio fare polemica con il signor Bellavia, a cui ho manifestato il mio affetto”. Il sindaco: “Io ho la coscienza pulita” – “Sono stato ingiustamente additato come unico responsabile di questa tragedia». Lo ha detto il sindaco di Favara, in provincia di Agrigento, Domenico Russello poco prima di entrare nella chiesa madre di Favara dove stanno iniziando i funerali delle due sorelline morte nel crollo della loro abitazione. “Io sono sindaco da due anni e mezzo appena -ha detto ancora il primo cittadino- e ho fatto tutto quello che doveva fare. Ho la coscienza a posto. Il procuratore di Agrigento Renato Di Natale ha detto che non c'è ancora nessun indagato perchè ancora non ha acquisito gli elementi investigativi di una prima valutazione”. E a chi gli chiede se è già stato iscritto nel registro degli indagati come ventilato ieri, Russello replica: “L'iscrizione non è un atto dovuto, non si fa automaticamente. Ma si fa solo a seguito dell'acquisizione dei primi elementi indiziari. Mi potranno insegnare a fare il sindaco ma non l'avvocato penalista che è il mio mestiere». Poi, rivolgendosi all'arcivescovo di Agrigento monsignor Montenegro ha detto:«In questo momento ci deve stare vicino”. E sull'indagine: “Proprio perchè sono penalista conosco le procedure e so che chi ha responsabilità verrà chiamato a pagare”. L'arcivescovo non ha celebrato la messa - Non è stato l'arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro a celebrare la funzione. Il prelato ha scelto con questo gesto forte di protestare contro le istituzioni che non sono state in grado di prevenire la tragedia. L'arcivescovo, dopo l'alluvione di Messina, aveva denunciato il rischio di dissesti idrogeologici ad Agrigento e aveva annunciato che non avrebbe celebrato funerali di vittime di "disastri annunciati".