Craxi festeggiato dieci anni dopo
La biblioteca del senato è stracolma. Qui si stanno rendendo gli onori a Bettino Craxi, morto dieci anni fa. Tra i presenti, anche Silvio Berlusconi. un evento affollatissimo, alla presenza di tanti personaggi, a cominciare dal premier Silvio Berlusconi. E poi ci sono i figli Stefania e Bobo, i sottosegretari alla Presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti e Gianni Letta, i ministri degli Esteri Franco Frattini, della Cultura Sandro Bondi, della Funzione pubblica Renato Brunetta. E molti altri ex socialisti, come il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto e l'ex ministro Gianni De Michelis. Per il Pd è presente il capo della segreteria politica, Filippo Penati, e la capogruppo al Senato, Anna Finocchiaro, che ha lasciato il convegno dopo l'intervento di apertura di Schifani. Nessun commento da parte del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Il suo intervento è saltato, per "evitare strumentalizzazioni". Un silenzio probabilmente voluto, per evitare l'0accendersi di polemiche con gli alleati della Lega. L'intervento di Schifani- Così Schifani ha ricordato Bettino Craxi: «Craxi era un uomo che sapeva decidere e con il suo governo, eccezionale già per la sua durata, dal 1983 al 1987, seppe restituire centralità e autorevolezza a Palazzo Chigi». Per Schifani Craxi «ruppe le gabbie del consociativismo. Il famoso decreto di S. Valentino del 14 febbraio 1984 aprì� la via a una vera politica dei redditi e ricondusse il ruolo del sindacato nella sfera sua propria». Per Craxi non ci furono sconti. Ha pagato più di ogni altro colpe che erano di un intero sistema politico dell'epoca «Per Craxi non ci furono sconti. Ha pagato più di ogni altro colpe che erano di un intero sistema politico dell'epoca». «A ciascuno di noi il compito di riflettere su Craxi -continua Schifani- e sulla stagione drammatica che non ha consentito di valutare con serena obiettività comportamenti diffusi e non solo la responsabilità personale». La seconda carica dello Stato ha ricordato «Il Craxi statista dall'83 all'87, l'uomo di partito e il leader socialista. Craxi non concepiva la politica al di fuori dei partiti. E si è sempre ispirato ad una cultura liberaldemocratica». «Per la sua cultura Craxi non concepiva la politica al di fuori dei partiti. E, pur avendo più di ogni altro compreso la fragilità e la necessità di una riforma del sistema, ad esso rimase fino all'ultimo fedele. In questo senso va letto anche quel suo famoso intervento del 2 luglio del '92 nell'aula di Montecitorio: come un forte richiamo alla responsabilità collettiva di tutti gli attori del sistema politico di allora di fronte alla crisi morale, istituzionale ed economica, che toccava in quei giorni il suo momento più alto». La seconda carica dello Stato ricorda l'esperienza politica e giudiziaria dell'ex leader socialista ai tempi di Mani pulite: «Una crisi, legata anche a fenomeni diffusi di corruzione della vita pubblica, che, come si vide negli anni seguenti, chiuse l'esperienza della 'Repubblica dei partitì segnandone la fine. Una crisi che vide offerta, da un ceto politico intimorito ed esausto, come 'vittima sacrificalè la figura dello statista che oggi qui ricordiamo e da qui l'aggressione (non solo morale), il processo, la condanna, la forte determinazione a trascorrere gli ultimi anni di vita all'estero e la morte» in terra straniera. Quella esperienza, avverte Schifani, «ci deve essere oggi di monito». Di Pietro: un delinquente- «In questo momento non si sta dando una lettura più serena di quegli anni, ma più falsa e più distorta». Così ha detto il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, replicando a chi gli chiedeva della lettera che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato ieri alla vedova di Craxi e delle celebrazioni di questi giorni per il decennale della morte del leader socialista. «Per questo - ha aggiunto - questa mattina siamo andati a portare dei fiori sulla tomba del padre di Sonia Alfano, ucciso per far arrestare i delinquenti mentre qui osanniamo un delinquente latitante».