È processo breve
E così il maxi emendamento sul processo breve si farà. C'è il via libera del presidente del Consiglio, per venire incontro alla richieste dell'opposizione. E c'è, anche, l'ok del ministro della Giustizia Angelino Alfano, che dice di sì alla riforma costituzionale. Sull'emendamento sta lavorando il relatore Giuseppe Valentino proprio per riscrivere il provvedimento sul processo breve che sarà in Aula da domani a Palazzo Madama. Socnsolato Bersani: così il dialogo sulle riforme parte male, dice il leader della sinistra. Il Pd, infatti, aveva teso una mano al dialogo a patto che non venisse toccato il settore giustizia. L'irrealistico desiderio della minoranza ovviamente non è stato tenuto da conto. Alfano: accelerare i tempi della riforma costituzionale e proseguire l'iter del processo breve Sulla giustizia «abbiamo deciso di andare avanti», ha detto Alfano. «L'incontro è andato molto bene, abbiamo riscontrato la consueta coesione della nostra maggioranza e della nostra coalizione». Il ministro ribadisce le priorità della maggioranza: accelerare i tempi della riforma costituzionale della giustizia e, parallelamente, proseguire l’iter delle leggi ordinarie del processo breve e del legittimo impedimento. «Abbiamo deciso di andare avanti sulla riforma della giustizia - ha aggiunto il ministro -. Partiranno immediatamente degli incontri all'interno della coalizione per definire un testo di riforma costituzionale della giustizia, la grande riforma del settore». Per Alfano questo testo «verrà sottoposto al dibattito parlamentare e sarà un lavoro che avrà tempi rapidi». "Giustizia ad personam"- Questa mattina il presidente del Consiglio ha voluto rassicurare tutti riguardo la stabilità del rapporto con Fini «Per me non ci sono problemi. Abbiamo tanti anni di collaborazione leale alle spalle e io non ho mai avuto dubbi al riguardo», dichiara il premier. Per tutta risposta, Fini, da Montecitorio, indice un controvertice sulla giustizia. Il presidente della Camera si è incontrato con il coordinatore Pdl Ignazio La Russa e la presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno. Presenti alla riunione anche Italo Bocchino, vicepresidente vicario del gruppo Pdl alla Camera, e Giuseppe Valentino della commissione Giustizia del Senato. Non si tratta di leggi ad personam, ma di giustizia ad personam Un ulteriore affondo del premier, per bocca del sottosegretario Bonaiuti, arriva anche sulle cosiddette "leggi ad personam". «L'essenziale è capire il punto di partenza fondamentale: non si tratta di leggi ad personam, ma di giustizia ad personam. Cioè di una risposta a una giustizia politicizzata che ha colpito il presidente del Consiglio in quella maniera. Se l'opposizione dà segno di recepirlo, abbiamo fatto un passo avanti». Ammette che il clima tra i due schieramenti è migliorato dopo l’aggressione a Milano, ma ci sono ancora esponenti dell’opposizione che remano contro un’intesa: «L’opposizione interna al Pd di Franceschini e Veltroni, e poi il solito Di Pietro». Bersani: iniziamo male- «Sarebbe questa la prima mossa del 'partito dell'amore'? Andando avanti a testa bassa sui suoi provvedimenti il governo sa bene che mette a repentaglio una discussione di sistema sulle riforme istituzionali, ivi compreso il rapporto tra Parlamento e magistratura». Lo afferma in una nota il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, commentando l'esito del vertice del Pdl a palazzo Grazioli. «Non bastano i giochi di parole o le finte benevolenze verso l'opposizione a nascondere la realtà dei fatti. La nostra disponibilità è quella dichiarata più volte: si sospendano i provvedimenti che governo e maggioranza hanno annunciato e si discuta subito dell'ammodernamento del nostro sistema», conclude Bersani.