Il pd apre (e chiude)

Albina Perri

Riforme sì, ma. Bersani fa il furbo: con una mano dà e con l'altra toglie. Il leader del Pd, infatti, oggi ha aperto alle riforme subito, a patto che non si tocchi la giustizia. Distinguo che certo non aiuta, anzi: «rischia di rompere sul nascere il clima di possibile convergenza per cambiare la Costituzione. Sono molti i problemi dell'Italia, ma se non c'è la disponibilità a cominciare dalla modifica delle regole istituzionali, si rischia di allungare lo stallo», ha risposto infatti il vicepresidente dei deputati del Pdl, Italo Bocchino. Silvio Berlusconi mercoledì aveva proposto le rifome come il grande "must" del 2010. La risposta di Bersani, oggi, è solo apparentemente di apertura:  le riforme si conocordano -ha detto- ma niente tsunami sulla giustizia. Il settore dunque più da rimodernare, nelle intenzioni del Governo, dovrà restare tale quale. Altrimenti niente dialogo. "Noi siamo pronti da domattina a discutere di riforme, non importa se ci sono le elezioni regionali in primavera, siamo pronti a una discussione anche in presenza della campagna elettorale"  ha detto infatti Bersani. Noi siamo pronti da domattina a discutere di riforme, non importa se ci sono le elezioni regionali in primavera  "Ma se la destra turba queste condizioni invadendo il Parlamento con uno tsunami di provvedimenti che mettono al riparo il premier dai suoi problemi, la destra si assume una responsabilità. Berlusconi deve dimostrare se mette davanti sè stesso o i problemi del Paese.  Se ci sono profili di natura costituzionale da rivedere per sancire meglio l’autonomia delle funzioni dei poteri di Parlamento, Governo e Magistratura,  parliamone. Ma non accettiamo norme scardinatrici del sistema". Il premier mercoledì ha esposto  la prossima agenda politica del Governo in un collegamento telefonico con gli europarlamentari riuniti a pranzo nell'hinterland torinese. «Andremo avanti con determinazione e senza esitazioni», ha detto il presidente del Consiglio, ricordando agli esponenti del Pdl come l'appuntamento delle Regionali sia una prova decisiva «in questo momento difficile dove il terrorismo internazionale è tornato a farsi sentire. Noi dobbiamo essere uniti e fare da esempio. Dobbiamo essere il partito dell'amore che combatte contro chi diffonde odio». E l'opposizione? «Spero che gli altri collaborino a fare le riforme - ha detto il Cavaliere - altrimenti andremo comunque avanti da soli».«Il 2010 sarà l'anno delle riforme. Partiremo con quella della giustizia, poi proseguiremo con la scuola e soprattutto con un programma di riforma fiscale per ridurre le tasse». Riposo finito- Berlusconi ha detto di essere in Provenza, a casa di sua figlia Marina. «Ho dei figli eccezionali - ha detto - tutti noi dobbiamo coltivare ideali di vicinanza alla famiglia». Berlusconi si è detto pronto al rientro. «Sono stanco di così tanto riposo...», ha scherzato il premier. «Mi sento fisicamente in forma e sono di buon umore. Ora sono con mia figlia Marina e con i nipotini, nei prossimi giorni tornerò al lavoro a Roma».