Fascismo, la Santanché:
Ignazio La Russa avrà pure sfidato il pensiero politicamente corretto di fronte a Giorgio Napolitano. Ma si può fare molto di più. E’ il parere di Daniela Santanché, volto della destra, intesa sia come collocazione politica che come partito, quel La Destra – Fiamma tricolore, fondato da Francesco Storace, che l’ha candidata alla presidenza del Consiglio nelle scorse elezioni parlamentari. “Gli esponenti di Alleanza nazionale, La Russa e Alemanno, hanno detto solo la metà, anzi molto meno rispetto a quello che ha avuto il coraggio di raccontare Giampaolo Pansa nei suoi libri”, dichiara a Libero-news. Il dibattito sui soldati di Salò scalda anche lei, la pasionaria di destra, che non manca di lanciare qualche frecciatina agli ex colleghi di partito. Purtroppo “il dibattito rimane molto fazioso in Italia”, prosegue la Santanché che come ricetta per riuscire a compiere un passo in avanti proprone “il buon senso. Bisogna saper raccontare la storia con distacco, come è riuscito a fare Pansa e come ha fatto Luciano Violante nel corso del suo discorso di insediamento a presidente della Camera nel 1996”. Richiede uno sforzo alla classe politica e culturale italiana, da questo punto di vista. E rimprovera la sinistra di giudicare i fatti solo con gli occhi dell’ideologia. “A sinistra hanno il nervo scoperto su questo argomento, noi a destra assolutamente no”. Come a voler dire: noi sappiamo fare i conti con il passato, mentre dall’altra parte della barricata non riescono ad andare oltre la vecchia ideologia” e dimostrano così una “cecità assoluta nelle analisi”. “Solo in Italia un discorso come questo suscita ancora così tanto clamore e così tante polemiche, ma se non andiamo oltre, se non riusciremo a raccontare questi eventi che fanno parte della nostra storia con distacco, come fare ad insegnarla ai nostri figli?”, si domanda la Santanché. Un quesito che l’Italia si porta dietro da molto tempo.