Veltroni risponde a Parisi:
E’ il giorno dopo le dichiarazioni di Arturo Parisi che, dal palco della festa del Pd a Firenze, aveva consigliato a Walter Veltroni di prendere esempio da Berlusconi. Parole difficili da digerire per il segretario del Partito democratico che già ieri aveva cercato di alzare la voce. Replica quest’oggi, proprio dallo stesso palco, trasformando un breve intervento di chiusura in un comizio, come quello che lo vide protagonista a Torino il giorno dell’investitura a numero uno del raggruppamento di centrosinistra. “Non alzeremo bandiera bianca”, tuona Veltroni riferendosi ad “uno dei giornali di famiglia Berlusconi” che oggi titolava così in prima pagina Intendeva il Giornale. Critiche al governo e in casa sua. “Ci sono alcuni dirigenti del Pd che hanno capito che il modo migliore per andare sui giornali, altrimenti fanno fatica, è quello di sparare bordate non preoccupandosi che corpo elettivo di questa creatura che è il Partito democratico subisce danni”, catechizza il segretario. In caso di fallimento del Pd, “si aprirebbe una diaspore delle forze di centrosinistra difficilmente conciliabile”, avverte. Berlusconi risponde alle crisi del Paese “solo con fuochi di artificio”, dichiara. “Ma quando i fuochi d’artificio si spegneranno, il paesaggio che si vedrà è un paesaggio di macerie”, è convinto Veltroni. Mentre il Pd non è un partito “né di ex né di post, ma democratici e democratiche ed è la prima volta nella storia italiana che c’è un partito riformista al 34%”. Poi dà appuntamento al prossimo 25 ottobre per una grande manifestazione durante la quale “indicheremo proposte alternative a quelle del governo”. Perché, si toglie l’ultimo sassolino dalla scarpa Veltroni, “le nostre critiche le faremo anche perché meglio sostenere il Pd che Berlusconi”.