Berlusconi chiude all'Udc
Silvio Berlusconi chiude la porta all’Udc: non ci sarà mai un’alleanza con il partito di Pierferdinando Casini da parte del Popolo della libertà. Una presa di posizione spesso riproposto negli ultimi mesi che torna a fare capolino nell’agenda del premier dopo l’incontro di questa mattina a Roma, nel corso del vertice con il Pdl. “Pensiamo a noi, pensiamo a crescere”, ha detto Berlusconi nel corso della riunione di tre ore in via del Plebiscito. Dell’Udc non è il momento di parlarne. Per Forza Italia c’erano Denis Verdini, Sandro Bondi, Fabrizio Cicchitto, Gaetano Quagliarello e Nicolò Ghedini. A rappresentare Alleanza nazionale erano Ignazio La Russa, Alfredo Matteoli, Andrea Ronchi, Italo Bocchino e Maurizio Gasparri. Un commento ironico è giunto proprio da La Russa: “Siamo d’accordo con Cesa, nessun dialogo”, ha commentato il ministro della Difesa riferendosi alla presa di posizione del segretario dell’Udc. Non al centro, ma nemmeno a Destra, per La Russa. Per Ronchi è “inaccettabile la politica dei due forni di Casini”, che però lascia aperti degli spiragli per le elezioni locali: “Il Pdl indicherà i suoi candidati e sul territorio si confronterà con le altre realtà politiche”. Tornando alla costituzione del Popolo della libertà, il comitato costituente è stato convocato per il 18 settembre, non più per il 10, a causa della concomitanza dell’incontro bilaterale tra Berlusconi e il primo ministro britannico Gordon Brown a Londra. I vertici dei due partiti hanno anche affrontare il tema della prima festa nazionale, programmata a Milano dal 26 settembre al 4 ottobre. “Ci sono problemi logistici”, ha fatto però notare La Russa.