Rom, per l'Europa

Dario Mazzocchi

Il pacchetto sicurezza del governo italiano non viola le norme europee: a dirlo è Michele Cercone, portavoce del commissario europeo alla Giustizia, libertà e sicurezza, Jacques Barrot. In Italia, fanno sapere da Bruxelles, “non c’è nessuna raccolta sistematica di impronte digitali” nei campi nomadi. E quando accade, “la presa di impronte digitali ha il solo fine di identificare le persone quando non sono in possesso di un documento e comunque come estrema ratio”. Insomma, niente norme razziste come denunciato nelle scorse settimane dalla stessa Unione europea, arrivando al solo risultato di creare tensione con il ministro degli Interni, Roberto Maroni. “Nell'insieme”, ha aggiunto il portavoce di Barrot, “possiamo dire che la buona cooperazione tra le autorità italiane e la Commissione ha permesso di verificare la natura delle ordinanze, delle linee guida, e delle condizioni di esecuzione e di correggere tutte le disposizioni e misure che potevano essere contestabili”. Un caso smontato che, forse, non doveva nemmeno nascere. Barrot ha comunque chiesto di “essere informato al momento opportuno della conclusione di questo censimento, delle condizioni di svolgimento e dei suoi risultati”. “E’ anche da notare”, ha continuato Cercone, “che le autorità italiane cooperano con la Croce Rossa e l'Unicef per l'attuazione di queste linee direttrici”. La risposta del diretto interessato, Maroni, non si è fatta attendere: “Oggi è arrivata la buona notizia che la commissione ritiene che questi provvedimenti, vale a dire la nomina dei tre commissari straordinari, il censimento e le modalità con viene fatti, atti non discriminatori e quindi in linea con le normative europee”. Il ministro era “certo di questo”, ma la conferma di oggi da parte dell’Europa porta con sé soddisfazione e “fa giustizia di tutte le accuse, le offese, gli insulti ricevuti in questi mesi da chi non sapeva bene di cosa stesse parlando”. Maroni, oggi a Verona, è tornato anche sulle parole del presidente della Camera, Gianfranco Fini, in merito al voto agli immigrati: ''La Lega è sempre stata nettamente contraria al voto amministrativo degli immigrati e io confermo questa contrarietà. Anzi non credo che questa iniziativa andrà avanti''.