Russia, a Silvio gli archivi Kgb

Albina Perri

Alcuni importantissimi documenti dell'archivio segreto del KGB sono stati donati al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dal presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko. "Un regalo" degno degli "amici importanti", ha detto Lukashenko, spiegando che i fascicoli consegnati pubblicamente al Cavalieri vengono direttamente dagli archivi dei servizi segreti russi e bielorussi e sono il frutto "di un lavoro certosino". I documenti permetteranno di ricostruire "le sorti dei cittadini italiani prigionieri durante la seconda guerra mondiale in Russia e in Bielorussia e delle persecuzioni nell'Unione sovietica degli anni Trenta" ha spiegato Lukashenko. Ma il premier ha anche 'sdoganato' Alexander Lukashenko, bollato dalla comunità internazionale come «ultimo dittatore d'Europa» e accusato di violazione dei diritti fondamentali e di brogli elettorali. È questo l'epilogo della visita del presidente del Consiglio in Bielorussia, che scatena le critiche dell'opposizione bielorussa, ma anche di quella italiana con Pier Ferdinando Casini e Piero Fassino che chiedono al Cavaliere di riferire in aula. Berlusconi ha sostenuto che i risultati elettorali ottenuti da Lukashenko sono la dimostrazione «dell'amore» che la gente nutre nei suoi confronti. Parole che di fatto legittimano le elezioni del 2006 e del 2008, che al contrario l'Osce e gli Usa definirono «non democratiche». «Tanti auguri a lei e al suo governo. E alla sua gente che so che la ama. E questo è dimostrato da tutti i risultati delle elezioni che sono sotto gli occhi di tutti, che noi conosciamo e apprezziamo», ha detto esattamente Berlusconi. Parole che lasciano «sbigottito» il leader dell'Udc Casini che chiede al premier di riferire in Parlamento per spiegare «la nuova linea di politica estera italiana». Analoga richiesta da Piero Fassino del Pd che parla di «sconcertante superficialità» da parte di Berlusconi. Critiche per la visita arrivano dalla radicale Emma Bonino che parla di diplomazia «poco chiara» e dall'opposizione bielorussa che con Anatoli Lebedko, leader del partito civico unito paragona Berlusconi a Lukashenko, definendolo un «uomo d'affari pronto a sacrificare i valori europei» in cambio di accordi commerciali. Parole a cui replica il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti escludendo, ironicamente, l'esistenza di «gialli internazionali» all'Agatha Cristie.