Ru486, l'ok di Sacconi:

Maria Acqua Simi

Il ministro Sacconi, inviando una nota al presidente dell'Aifa, ha indicato alcuni punti riguardati l'uso della pillola abortiva Ru486. Innanzitutto, deve essere utilizzato solo con il ricovero in ospedale, con un attento monitoraggio del percorso abortivo in tutte le sue fasi, per ridurre al minimo le reazioni avverse (effetti collaterali, emorragie, infezioni ed eventi fatali) e per disporre di un rilevamento di dati di farmacovigilanza che consenta di verificare il rispetto della legge. Il parere era stato richiesto dalla commissione Sanità del Senato al termine dell'indagine sull'arrivo della pillola in Italia. Sacconi chiede, in ultima analisi, che l'Aifa valuti «se sia necessario riconsiderare la delibera adottata al fine di garantire modalità certe di somministrazione del farmaco in questione onde evitare ogni possibile contrasto con la legge n.194 del 1978». Il ministro ha poi ricordato che è la legge 194 sull'aborto in Italia a stabilire che l'interruzione volontaria della gravidanza deve essere praticata da un medico del servizio ostetrico ginecologico in ospedale, specificando inoltre quali siano le strutture autorizzate e, fra l'altro, che è stato il Consiglio Superiore di Sanità, con parere del 18 marzo 2004, ad affermare che «i rischi connessi all'interruzione farmacologica della gravidanza si possono considerare equivalenti alla interruzione chirurgica solo se l'interruzione di gravidanza avviene in ambito ospedaliero», tenuto conto della «non prevedibilità del momento in cui avviene l'aborto» e del «rispetto della legislazione vigente che prevede che l'aborto avvenga in ambito ospedaliero».