Influenza A, virus mutato

Silvia Tironi

In Italia il virus dell'influenza A è sempre lo stesso e sotto controllo. La rete di osservazione virologica in Italia coordinata dall'Istituto Superiore di Sanità, «controlla costantemente l'evoluzione del virus» e, ha assicurato il direttore generale prevenzione e sanità del ministero del Welfare, Fabrizio Oleari, «in Italia non si è registrata alcuna mutazione», come invece segnalato ieri in modo sporadico in Norvegia e in altri Paesi. In Italia, quindi, il virus è rimasto stabile e «non c'è stata nessuna mutazione neppure - ha aggiunto Oleari - nei pazienti ricoverati». Il monitoraggio, attraverso la rete dei laboratori, continuerà costantemente a verificare l'andamento della pandemia e il comportamento del virus Mutazione in Norvegia - «È stata registrata in Norvegia una mutazione del virus H1N1 della nuova influenza in tre casi distinti». Questo l’annuncio lapidario con il quale ieri l’Organizzazione mondiale della sanità ha ammesso che, sì, il fenomeno tanto temuto dai virologi del pianeta si è purtroppo verificato. «Ma non c’è allarme», si è affrettata ad aggiungere l’Oms. «La mutazione potrebbe interessare la capacità del virus di entrare più in profondità nel sistema respiratorio e causare una malattia più grave», ha dichiarato l’Istituto norvegese di sanità pubblica. Ma, assicurano gli stessi esperti,  la nuova versione dell’H1N1   non è in espansione.  Sta di fatto che il virus è cambiato e lo ha fatto in più di un paese. Da Ginevra è stato infatti rivelato che trasformazioni dello stesso tipo di quelle isolate nel paese scandinavo erano già state rilevate in Brasile, Cina, Giappone, Messico, Ucraina e Usa all’inizio di aprile, ma nonostante questo «non c’è stata alcuna evidenza di ulteriori contagi o casi di morte». Vaccino efficace? La buona notizia è che, almeno secondo l’Oms, le mutazioni non dovrebbero incidere sull’efficacia dei vaccini né degli antivirali (Oseltamivir e Zanamivir)  contro il virus H1N1. Opinione condivisa anche da alcuni esperti italiani. Il professore Gianni Rezza, epidemiologo dell’Istituto superiore di sanità,  ha osservato: «Al momento si tratta di una mutazione associata alle polmoniti, che, però, potrebbe conferire minore  contagiosità».  Chi non  è della stessa opinione è il professor Fabrizio Pregliasco, virologo all’università di Milano, che, al contrario, ha messo in guardia: «La mutazione del virus dell’influenza A può invece incidere sul vaccino, riducendo la percentuale di protezione». E in effetti giovedì, ribadendo l’importanza della vaccinazione, il vice ministro alla Salute, Ferruccio Fazio, aveva detto che il pericolo maggiore e da tenere sotto controllo fosse proprio la possibile mutazione del virus. Preoccupazione anche per quanto sta avvenendo in Gran Bretagna. Resistenza Le autorità sanitarie inglesi  stanno approfondendo 5 casi che si sono verificati in un ospedale del Galles: qui una varietà del virus si è dimostrata resistente al farmaco Oseltamivir e si è propagata con un contagio da uomo a uomo. E ben tre persone hanno contratto il virus da altri due pazienti mentre erano ricoverate per altre ragioni. Casi di pazienti che sviluppavano resistenza all’antivirale erano già noti ma  questa sarebbe la prima volta che una variante resistente del virus viene trasmessa da un malato a una persona sana. Due pazienti sono guariti, due sono ricoverati e uno è in condizioni gravi. di Chiara Buoncristiani