I Mastella nel ciclone

Michelangelo Bonessa

La famigliaMastella finisce sulla gogna per aver raccomandato 42 persone. Clemente,eurodeputato e leader dell’Udeur, e la moglie Sandra, presidente del Consiglioregionale della Campania (raggiunta dal divieto di dimora nella sua regione),nell’ordinanza del gip vengono collocati «ai vertici di una cupola».Un’organizzazione a cui si sarebbero aggregati professionisti e imprenditori,per ottenere vantaggi economici, consenso elettorale e posizioni di comando.Una vera e propria «struttura criminale», secondo i magistrati, «guidata daiMastella che, insieme ad altri 25 indagati, hanno costituito un’associazioneper delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, turbativa d’asta,falso in atto pubblico continuato e concussione». L’indagine chiusa ieri vede62 persone indagate. Per 18 sono scattati i divieti di dimora, per 6 altremisure interdittive. Nel lungo elenco degli inquisiti c’è anche uno dei figlidi Mastella, Pellegrino, e decine di imprenditori e dirigenti di enti locali.Il lavoro dei pm era iniziato nel gennaio 2008, quando alla procura di Napoliera stata trasmessa (per competenza territoriale) l’inchiesta del tribunale diSanta Maria Capua Vetere. Quel famoso fascicolo processuale che si eratramutato in una ordinanza di arresti domiciliari per la Lonardo e che, diconseguenza, aveva portato alle dimissioni di Mastella, all’epoca ministrodella Giustizia. Dimissioni respinte dal premier Romano Prodi, ma che hannocomunque lasciato il segno per il duro attacco lanciato alle toghe da partedell’allora guardasigilli e fatto da preludio alla caduta dell’esecutivo. Illeader Udeur aveva sostenuto di essere vittima, con la famiglia, di un «attaccodella magistratura». i guai dell’arpac - Al centro dell’inchiesta chiusa ieri c’è l’Arpac,l’Azienda regionale per la protezione ambientale della Campania. Non a caso leuniche manette scattate sono state per Luciano Capobianco, l’ex direttoregenerale dell’agenzia, finito agli arresti domiciliari. Coinvolti anche ilconsuocero dell’ex ministro, Carlo Camilleri, che è anche segretario generaledell’Autorità di Bacino Sinistra Sele, e il consigliere regionale dell’UdeurCampania, Nicola Ferraro. L’aspetto più grave della vicenda è che le personesegnalate sarebbero state favorite per incarichi esterni (consulenze) o perassunzioni all’Arpac. Impieghi garantiti loro a scapito di altri aspiranticandidati, privi di sponsor. i raccomandati - A metà dell’ordinanza, da pagina 389 in poi, il gipriporta integralmente un documento trovato nel computer sequestrato dallaguardia di Finanza nella segreteria di Capobianco, un file in cui compaiono 655nominativi di persone raccomandate. Accanto, per la maggior parte di questi,c’è il nome dell’esponente politico che avrebbe alzato il telefono pergarantire un posto di lavoro. Il problema di queste «segnalazioni», secondo ilprocuratore aggiunto Francesco Greco, è che «la spinta di un referente politicoavrebbe determinato, nella maggior parte dei casi, l’assunzione in violazionedelle norme». Nell’elenco stilato in base al numero di raccomandazioni fatte, etabellizzato con cura nell’atto, compaiono circa 150 autori di segnalazioni. Intesta c’è Nocera, ex assessore regionale Udeur. Lo segue Fantini con 36 amiciper cui avrebbe speso una parola. Clemente Mastella si ferma a 26, mentre lamoglie attiva a 12. Tra gli altri nomi, anche quelli di politici locali enazionali più noti. Bassolino e De Mita avrebbero raccomandato due personeciascuno, mentre Pecoraro Scanio si sarebbe speso solo per una. la porsche del clan - Un filone dell’inchiesta si spostasu presunti appoggi elettorali di un clan di Marcianise, nel casertano. Unaparte che la procura napoletana passerà, per competenza, alla Direzionedistrettuale antimafia. Ed è in questo fascicolo che gli investigatori annotanoche Pellegrino Mastella girava con una Porsche Cayenne, procurata dal titolaredi un autosalone di Marcianise attualmente detenuto per 416 bis. Una macchinache Mastella junior ha precisato essere stata «regolarmente acquistata» e chelui «non ha mai conosciuto il titolare dell’autosalone». la reazione di Mastella - «Se io ne ho segnalati cento, gli altri da chi sonostati raccomandati? E come mai non se ne parla? Un conto è segnalare, un altroè essere assunti. Senza contare che nell'Arpac non ci sono 600 dipendenti. Inogni caso da me meno raccomandazioni del figlio di Di Pietro....». Lo dichiarain un'intervista al 'Mattino’ Clemente Mastella. «Certo che ho fattosegnalazioni - dice Mastella - Ma quale associazione per delinquere? Allora,ditemi voi che cosa dovremmo dire di quello che sta succedendo aCastellammarre? E poi voglio dire un'altra cosa: l'Arpac non è l'Udeur». Inmerito alla moglie, che ha ricevuto un provvedimento di divieto di dimora inCampania, Mastella dice: «Sandra è in preda a una grande amarezza. Sì, controdi noi si è scatenata un'aberrazione processuale». «Ora voglio un processodavanti alla stampa italiana ed europea - conclude Mastella - È una questionedi rispetto per l'opinione pubblica». «Questa in­chiesta è contro tutto etutti, è una vendetta perchè sono stato rieletto. Io non ho mai preso unatangente in vita mia, la camorra è una cosa che non mi appartiene. Comecristiano, ripugna alla mia co­scienza. E poi comunque, se uno tiene il 416 bismica ce l'ha scritto in fronte». Lo dice Clemente Mastella, intervistato dal'Corriere della Sera’. «È la stessa cosa di Morando, è come se -aggiunge-siccome hanno ammazzato uno a Ca­stellammare allora è colpa sua. Che c'entra?Co­me ministro ho reso più duro il 416 bis. Sono stato l'unico segretario cheha tolto dalle li­ste uno che aveva problemi giudiziari: mi hanno pure con­dannatoa pagare 150 mila eu­ro. Che devo fare, se uno li mette in lista è camorrista,se non li mette lo condannano». «È la fine di ogni regola. Se vai a vedere cosacontesta­no sono solo segnalazioni. Sì, segna­lazioni, ma qual è il proble­ma,le fanno tutti, no? Tizio, Caio, Sempronio. Se guardate bene, nella lista sonoil quin­to per numero di segnalazio­ni. Poi -si chiede l'ex ministro dellaGiustizia- se una non è reato, lo diventa se sono 50? Oppure è reato solo perme? E poi mi chiedo: perchè l'avviso lo hanno mandato a me e non a Bassolino?Perchè?».