Tremonti crede nel posto fisso

Silvia Tironi

GiulioTremonti, ministro per l’Economia, ha scioccato tutti o quasi dichiarandosi unsostenitore del posto fisso. No alla mobilità e sì al posto fisso che permettedi crearsi una famiglia e dei progetti per il futuro. Dai suoi stessi colleghidi governo però sono arrivati i primi commenti. Precisazioni e interventi che voglionochiarire che il concetto espresso da Tremonti non è quello in cui crede tuttoil governo. Il no della Marcegaglia - "La cultura del posto fisso è un ritorno al passato non possibile e che peraltro, in questo Paese, ha creato problemi, da un aumento della disoccupazione, ad un aumento del sommerso portando nella pubblica amministrazione quella logica dell'assenteismo, dei fannulloni tanto deprecata". È il leader di Confindustria, Emma Marcegaglia, a commentare così le parole del ministro dell'Economia Giulio Tremonti.  Il no di Brunetta - Un no viene dalministro Renato Brunetta in un'intervista a Repubblica: "Tremontivorrebbe una nuova società dei salariati, solo che questa non risponde alleesigenze di flessibilità che pone il sistema. La sua è una soluzione delNovecento che non va più bene in questo secolo, non si può tornare indietro". E in più, aggiunge il ministro, "non risolve i problemi. Bisogna cambiare occhiali per capire come è fatto il nuovo mondo. Non si deve aver paura". Il no di Sacconi - Più che il dirittoal posto fisso è necessario assicurare il diritto alla formazione. Questa, insintesi, la posizione del ministro del Welfare Maurizio Sacconi. ''Non commentomai i miei colleghi di governo'', ha premesso Sacconi intervenendo a Mattino5su Canale5. ''Osservo soltanto - ha proseguito - che ovviamente nessuno vuolesubire la mobilità da posto di lavoro a posto di lavoro: ciascuno vorrebbepoter scegliere il momento in cui cambiare, ovviamente in meglio. D'altronde lacontinuità del posto non si afferma con norme di legge ma con l'occupabilitàdel lavoratore per le sue conoscenze e competenze''. Il ministro ha dunquesottolineato l'importanza del ''diritto continuo al miglioramento delle propriecompetenze, con cui può decidere il proprio percorso lavorativo''. SecondoSacconi, dunque, è vero che ''la scadenza di un rapporto di lavoro èun'opportunità per maggiori posti di lavoro, ma dal lavoratore vienetendenzialmente subita''. Pertanto ''è la possibilità di accedere alleconoscenze che consente una maggiore prospettiva''.