Medio Oriente, Obama:

Silvia Tironi

Una stretta di mano con il premierisraeliano Benyamin Netanyahu ha aperto ieri a New York il summit a tre sul MedioOriente sponsorizzato e presieduto da Barack Obama. Al vertice ha preso parteanche il presidente palestinese Mahmoud Abbas. Ad entrambi i suoi ospiti Obama halanciato un appello, che al tempo stesso suona come una promessa: “Farripartire i negoziati con il Medio Oriente”. Ieri la Casa Bianca avevadetto di non avere "grandi aspettative" sul summit, che i palestinesinon considerano come la ripresa dei negoziati con Israele. Concluso l'incontrocon Netanyahu, il presidente americano ha avviato i colloqui con Abbas, cheprecedono l'inizio del vertice a tre sul Medio Oriente. "Israele desidera cooperare con gli Stati Uniti per promuovere il processo di pace", ha garantitoNetanyahu al presidente degli Stati Uniti. Dalla  delegazione di Netanyahuhanno fatto sapere al sito del quotidiano Yedioth Ahronoth che l’incontro"è andato bene" e che Obama ha elogiato il governo dello Statoebraico per i recenti passi verso la  pace con i palestinesi. Altro tema discusso nel breve bilaterale è stato il rapporto Goldstone, commissionato dall’Onu, sull'operazione Piombo Fuso nella Striscia di Gaza, da cui sono emersi crimini commessi dai militari israeliani contro i civili palestinesi. "Questo è un test per la comunità internazionale - ha detto Netanyahu - Se vuole che Israele  siassuma dei rischi con l’obiettivo della pace, non può impedire che sidifenda". Obama, oltre ad aver deciso di inviare nuovamente in Medio Orienteil suo emissario George Mitchell e ad aver chiesto al segretario di StatoHillary Clinton di fargli un rapporto sulla situazione ad ottobre, ha ribadito le richieste Usa: agli israeliani la Casa Biancachiede di frenare gli insediamenti, ai palestinesi di rinunciare condeterminazione al terrorismo e ai paesi arabi di avviare iniziativeconcrete per agevolare il processo di pace. Al termine dell'incontro trilaterale Netanyahu hadetto: "C'è stato un accordo generale, anche da parte dei palestinesi,sul fatto che il processo di pace deve riprendere appena possibile,senza precondizioni". Il presidente dell'Autorità nazionale palestineseAbu Mazen ha replicato che Israele deve rispettare gli accordi sullefrontiere raggiunti nel 2008, oltre ad accettare di parlare diGerusalemme per far ripartire i negoziati di pace in Medio Oriente. PerAbu Mazen occorre inoltre rispettare l'impegno definito nella «roadmap» di porre un termine agli insediamenti ebraici. Che le posizionirimangono ancora lontane tra israeliani e palestinesi, lo ha confermatol'inviato speciale americano in Medio Oriente, George Mitchell. Rimaneper Barack Obama la soddisfazione di aver costretto il leaderisraeliano e quello palestinese a stringersi la mano per la primavolta.