L'Onu contro i respingimenti
«Il richiamo alle violazioni del diritto internazionale non è evidentemente rivolto all’Italia». Lo ha precisato, in una nota, la Farnesina sottolineando - in merito ai rilievi mossi lunedì dall'Onu sui respingimenti - che «le regole del diritto internazionale costituiscono il caposaldo dell' azione del Governo italiano, che promuove ed auspica un impegno comune affinché vengano da tutti rispettate e tutti facciano la loro parte». «In merito alle affermazioni dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Navi Pillay sui respingimenti, non possiamo che condividere la giusta preoccupazione che le anima, relativa al rispetto della sacralità della vita umana», prosegue il ministero degli Esteri, precisando che «l’Italia è il Paese che ha salvato il maggior numero di vite umane nel Mediterraneo». E, per questo motivo - prosegue la Farnesina - «l’Italia ha fatto e continuerà a fare la sua parte, e nelle prossime ore il Rappresentante del Governo italiano a Ginevra illustrerà in dettaglio i termini esatti dell’impegno italiano nel rispettare le leggi ed i regolamenti internazionali nei confronti sia dei migranti che dei richiedenti asilo politico». In mattinata critiche erano giunte dall'Onu. "La pratica della detenzione dei migranti irregolari, della loro criminalizzazione e dei maltrattamenti nel contesto dei controlli delle frontiere deve cessare": aveva affermato l'Alto Commissario Onu per i diritti umani Navi Pillay nel testo del suo discorso inaugurale alla 12/a sessione del Consiglio dell'Onu dei diritti umani che sarà pronunciato martedì e di cui è stato diffuso il testo. "Oggi - spiega la Pillay - partendo dal presupposto che le imbarcazioni in difficoltà trasportano migranti, le navi le oltrepassano ignorando le suppliche d'aiuto, in violazione del diritto internazionale". "In molti casi, le autorità respingono questi migranti e li lasciano affrontare stenti e pericoli, se non la morte, come se stessero respingendo barche cariche di rifiuti pericolosi", sottolinea l'Alto commissario menzionando la situazione nel Mediterraneo, nel Golfo di Aden, nei Caraibi, nell'Oceano indiano ed in altri tratti di mare. Rom discriminati in 17 paesi europei - “In Italia c'è stata un'abbondante documentazione di discriminazione e trattamenti degradanti nei confronti della popolazione Rom”, afferma l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navy Pillay, nel suo intervento inaugurale, domani, alla 12/a sessione del Consiglio dell'Onu dei diritti umani, il cui testo è stato anticipato oggi a Ginevra. Secondo la responsabile dell'Onu, che pronuncerà il discorso domani - il sentimento anti-rom in Europa resta “forte”. Oltre all'Italia, Pillay menziona così la situazione in Ungheria, con un numero di attacchi fatali; in Slovacchia, dove sono stati segnalati maltrattamenti da parte della polizia, e in Bulgaria. In tutto, sono 17 i Paesi europei citati per discriminazioni nei confronti dei rom/sinti in diversi settori(come l'accesso alla salute e all'alloggio): dalla Repubblica Ceca, alla Finlandia, la Francia, l'Irlanda, a Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Spagna, Slovenia, Svezia e Regno Unito. “Sono consapevole degli sforzi in buona fede per affrontare il problema, ma deve essere fatto di più per porre fine a questa discriminazione”, afferma Pillay. L'ultimo sbarco in Italia - Una quarantina di immigrati sono sbarcati nella notte nel crotonese, tra Isola Capo Rizzuto e Cutro. Sono stati segnalati da alcuni automobilisti che li hanno avvistati lungo la Ss 106. Si ipotizza che siano stati trasportati a bordo di un peschereccio. Tra essi ci sono 12 bambini e 8 donne di nazionalità curda, afgana e irachena. Sono stati tutti recuperati e portati al centro di prima accoglienza Sant'Anna, gestito dalla Misericordia. Le condizioni di salute sembrano buone.