La Russa chiude all'Udc

Dario Mazzocchi

Nella maggioranza le elezioni regionali del 2010 tengono già banco e il nodo da sciogliere rimane quello dell’Udc: il partito di Casini farà parte oppure no della coalizione di centrodestra? Il dubbio rimane, anche se il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha provato a chiudere definitivamente il discorso, dichiarando che l’accordo elettorale con i centristi non è obbligatorio. Ma d’altra parte, il governatore lombardo Roberto Formigoni tiene aperta la porta, cercando di conciliare anche gli animi della Lega. La Russa da parte sua sgombra invece immediatamente il campo da qualsiasi dubbio: “Per adesso non stiamo cercando niente – sono le parole del ministro -. Aspettiamo che torni la fase politica vera, ormai ci siamo, e si vedrà che cosa succederà. Non abbiamo l'obbligo di un'intesa anche se non l'abbiamo mai esclusa”. La realtà è che “ci sono problemi da superare che tutti conoscono: la diversa valutazione sul bipolarismo, l'accettazione di un percorso che all'interno del governo ha significato una forte coesione con la leadership di Silvio Berlusconi e la compatibilità con gli altri alleati. Questi sono i problemi che hanno indotto a suo tempo alla separazione. Quando saranno risolti sarà possibile un incontro organico, altrimenti si farà quello che è successo fino ad adesso, ovvero si valuterà caso per caso”. Il governatore lombardo: stiamo lavorando ad alleanza - Dal meeting di Rimini di Comunione e liberazione, Formigoni al contrario rilancia: un rapporto con l’Udc “non è in conflitto rispetto agli alleati della Lega, con la quale il rapporto è ottimo e saldo”. E rileva: “Stiamo lavorando perché vogliamo riallacciare con l'Udc un'alleanza forte sui programmi e sui valori, visto che facciamo parte della famiglia del Ppe e le distanze sono minime. Tra noi e l'Udc le distanze sono minime. Il Pdl lavora per accordi a 360 gradi, ma gli accordi si fanno in due”. La grana Lega, però, resta. Anche se è lo stesso governatore a tentare di tranquillizzare tutti gli animi, anche perché la poltrona ora occupata da Formigoni interessa – e molto – al Carroccio. “Io e Calderoli siamo d'accordo di non rispondere a domande sulla presidenza della Regione Lombardia”, ha tagliato corto il diretto interessato. Il leghista Cota: squadra che vince non si cambia - Ma Roberto Cota è di parere opposto, di fronte alle domande dei giornalisti su un eventuale ingresso dell’Udc nella maggioranza per le Regionali in Piemonte, avanzato da Repubblica: “La squadra che vince non si cambia, e Lega e Pdl in Piemonte sono forti”, ha risposto il presidente dei deputati della Lega interpellato dall'Ansa. “Berlusconi ha detto di non aver mai pensato a una alleanza con l'Udc in Piemonte – ha sottolineato Cota - Per cui mi sembra che non ci sia niente da commentare”.