Gabbie salariali, Zaia rilancia:

Silvia Tironi

Gabbie salariali anche per il pubblico. È questa la proposta del leghista ministro dell'Agricoltura Luca Zaia: "Commisurare i redditial costo della vita, anche nel Pubblico, costringerà il Mezzogiorno adimparare a camminare con le proprie gambe - scrive il ministro  - legabbie salariali non possono più essere un tabù, se si vuole ilfederalismo lo si deve volere fino in fondo" e anzi le gabbiesalariali, sempre a detta del responsabile dell'Agricoltura "potrebberoessere il segno di una grande riscossa delle regioni meridionali". Secco il no del ministro Maurizio Gasparri: "Non c'è alcuna intenzione daparte della maggioranza di portare all'esame del Parlamento una leggeche imponga differenze nei redditi tra Nord e Sud. La sola ipotesicontrasta con tutte le proposte finora avanzate dai gruppi parlamentaridel PdL al Senato ed alla Camera che in un documento programmaticohanno fissato le linee guida, da discutere alla ripresa dei lavoriparlamentari, modificabili e migliorabili, per il rilancio delMezzogiorno", ha detto il presidente dei senatori del PdL, che cerca di rassicurare i sindacati e Confindustria: "Le nostre intenzioni non si discostano dallaloro: puntiamo alla flessibilità contrattuale che tenga conto dellaproduttività e del costo della vita. Nessuna gabbia, quindi, chesarebbe ingiusta e discriminatoria e contro la quale ci opporremmo, mal'individuazione di quegli strumenti di fiscalità di vantaggio cheportino al Sud investimenti ed occupazione". Anche la posizione del ministro del Welfare Maurizio Sacconi è chiara e netta: nessuna gabbia salariale, ma salari legati al territorio e determinatidalla contrattazione decentrata. Sacconi, intervenendo al Tg1, ha spiegato comeci sia "un'unica posizione del governo, e quindi anche dellamaggioranza", una posizione che "affidi al contratto nazionale ladifesa" del livello minimo salariale e conceda uno "spazio notevolealla contrattazione decentrata". Parla di 'ideasurreale' il portavoce del Popolo della libertà Daniele Capezzoneriferendosi alla possibilita' di differenziazione dei salari stabilita'da Roma' per legge. Nessuno l'ha mai presa in cosiderazione - continuaCapezzone - agli amici della Lega dico tra l'altro che sarebbe unasoluzione rigida e centralista. Dall'opposizione continua lapioggia di critiche. Il candidato alla segreteria del Pd Bersani parladi modello 'impraticabile e inefficace'. 'C'é poco potere d'acquistodei salari e dei redditi medio-bassi, al Nord come al Sud. E quibisogna cominciare a provvedere per via fiscale', spiega. Attacca anchela Cgil: sono un ritorno agli anni '50.