Il sondaggio: Bersani superstar
Pierluigi Bersani batte Dario Franceschini 54 a 35: secondo il sondaggio dell’Ipr Marketing per il quotidiano il Riformista, alle primarie del Partito democratico non ci sarà storia, con un Bersani che può contare su un margine di preferenze del 20% sull’attuale segretario, mentre Ignazio Marino è definitivamente fuori dai giochi, ancorato all’11%. Ma il dato interessante della rilevazione è che il popolo dei gazebo sarebbe in forte calo: nel centrosinistra sarebbe in atto una emorragia di simpatizzanti e potenziali elettori: soltanto l'8% dell'intero elettorato italiano dichiara che voterà alle primarie. Un dato basso, considerato che a quelle che elessero Walter Veltroni partecipò il 10% circa del totale. Tra gli elettori del Pd, solo il 22% dichiara che andrà sicuramente a votare alle primarie. Solidità - Flavio Chiapponi, ricercatore presso la Facoltà di Scienze politiche di Pavia che si occupa anche di comunicazione politica e scienza politica, è uno dei componenti della direzione provinciale del partito a Piacenza, patria di Bersani. E prova a dare una spiegazione dei numeri pubblicati dal Riformista. “Forse quello che fa breccia nell’elettorato del Pd è l’idea di solidità che Bersani ha saputo sin qui trasmettere”, dichiara a Libero-news.it. “Anche se occorre una precisazione: non si tratta di fare un confronto tra il vecchio e il nuovo, quanto tra due modi diversi di pensare al partito”. Le lacune di Veltroni - Perché se infatti il modello snello avviato da Veltroni ha mostrato tutte le sue lacune (dalla costituzione dei circoli allo statuto), quello proposto dall’ex ministro è invece più pragmatico. “Bersani vuole riportare un assetto organizzativo per non disperdere la partecipazione”, sottolinea Chiapponi che punta l’attenzione sul fattore radicamento: “È uno sforzo che paga, come dimostra il precedente della Lega Nord, ancorata sul territorio” e in costante crescita elezione dopo elezione. È lo stesso “progetto che si percepisce dalle parole di Bersani per costruire un contraltare ad una politica troppo attenta alla sfera mediatica e poco all’elettorato”. Radicamento - L’esempio concreto arriva dal successo alle Europee di Debora Serracchiani, sostenitrice di Franceschini: “Il suo non è solo un successo mediatico”, assicura Chiapponi, “ma è merito del radicamento di un movimento nel Friuli”, dove ha potuto contare su 73.000 preferenze, battendo Silvio Berlusconi. Eppure gli intenzionati a recarsi ai gazebo e alle primarie sono in calo. “Questo dato è da prendere con le pinze”, mette le mani avanti Chiapponi. “Come dimostrano le esperienze precedenti, occorre prudenza. Siamo in un periodo ancora troppo lontano dall’evento per tirare le somme, solitamente il dibattito politico riprende a fine agosto – inizio settembre”. "Le prime vere primarie del Pd" - Ma se dovessimo dare una spiegazione del fenomeno? “Se così dovessero andare le cose, dipenderebbe da un allontanamento generale dalla politica che in questa fase colpisce soprattutto il centrosinistra”. Il Pd “soffre di un problema di leadership” ed è paradossale che ci sia questo distaccamento “proprio ora che il partito sta per affrontare delle vere primarie”, a differenza di quanto accaduto con Veltroni. Un motivo, comunque, ci sarà e potrebbe rispondere al nome di Dario Franceschini: “Il suo messaggio di candidatura, quando ha detto di volersi ripresentare alla segreteria per non far tornare un partito del passato, può aver provocato qualche malumore negli elettori e negli iscritti. Ma ripeto che occorre andarci piano con questa previsione”. Intanto il buon Pierluigi, con la sua bocciofila, continua la fuga. C’è un uomo solo al comando, è Bersani. (Dario Mazzocchi)