Rom, Maroni alza la voce:
L’Europa ce l’ha con l’Italia per la vicenda rom, il ministro Roberto Maroni alza la voce e respinge le accuse di razzismo al mittente. Il titolare del Viminale non arretra di un passo dopo che il commissario europeo per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Thomas Hammarberg, in un memorandum aveva accusato il nostro Paese di non rispettare i principi umanitari: “Respingo con indignazione le accuse del commissario europeo. Quando Hammarberg parla di raid violenti della polizia dice una falsità clamorosa. Il commissario, se ci riesce presenti casi concreti e documentati". Tramite una nota il ministero dell’Interno ha fatto sapere che "il governo italiano ha già risposto al memorandum trasmesso dal Consiglio d'Europa fornendo tutti gli elementi che dimostrano ampiamente come le preoccupazioni espresse sul mancato rispetto dei diritti umani siano totalmente infondate. In particolare desta sconcerto l'affermazione secondo cui le forze dell'ordine avrebbero condotto raid violenti contro gli insediamenti nomadi”. Il dibattito si era acceso questa mattina quando è stato pubblicato il rapporto di Hammerberg sulla visita compiuta in Italia il 19 e il 20 giugno: “Le misure attuate non tengono conto dei diritti umani e dei principi umanitari e potrebbero fomentare episodi xenofobi. Nel rapporto consegnato oggi Hammarberg si dice “estremamente preoccupato” per gli episodi di violenza avvenuti nei campi nomadi e ha denunciato come “non vi sia stata una effettiva protezione da parte delle forze dell'ordine che a loro volta hanno condotto raid violenti contro gli insediamenti di questi gruppi”. Viene sottolineato il ripetuto ricorso a misure legislative d’emergenza “per affrontare i problemi legati all’immigrazione”, un modo di agire che secondo il commissario testimonia l’incapacità italiana di affrontare un fenomeno non nuovo. “La decisioni di rendere la presenza illegale in Italia un aggravante nel caso in cui la persona commetta reato, potrebbe sollevare questioni di proporzionalità e di discriminazione”, continua Hammarberg, “e l’approvazione, diretta o indiretta, di questi atti da parte di certe forze politiche, singoli politici e da parte di alcuni organi di informazione è particolarmente preoccupante”.