Calderoli sgombra il campo:
Roberto Calderoli ci tiene a precisarlo: “Nessuno ha mai parlato di gabbie salariali”. In una intervista a Sky Tg 24, il ministro leghista della Semplificazione normativa risponde alle prime critiche sollevate dal suo intervento giunto nella tarda serata di ieri. Potere d'acquisto - “Nessuno - ha ribadito - vuole riportare le gabbie salariali. È chiaro che è un discorso di contrattazione, ma è evidente che noi ci impegniamo a recuperare il gap infrastrutturale fra Nord e Sud. Alla fine della contrattazione dovrà essere diversificato rispetto al territorio; è chiaro che il costo della vita deve poter incidere su quello che è il potere di acquisto”. Eppure la Padania, il quotidiano della Lega Nord, oggi apre con il titolo “E’ tempo di gabbie salariali”. Ma Calderoli ribatte nuovamente stando anche a quanto affermato da Tremonti che “ha parlato di buste paga parametrate al costo della vita”. La Banca del Mezzogiorno - L’esponente del Carroccio ha affrontato anche il tema della Banca del Mezzogiorno che “viene incontro a due esigenze: la prima è che ripropone un istituto di credito che è venuto a mancare, l'altra è che c'è la necessità di dare gli strumenti anche al Sud per poter partire ma sarà il federalismo fiscale a responsabilizzare in automatico gli amministratori del Sud”. E ha lanciato un avviso: “Chi sarà più bravo ad amministrare sarà in grado di ridurre le tasse e aumentare i servizi. Chi non lo è o non lo è stato è giusto che vada a casa”. La Cgia: esistono già - Ma c’è anche chi ribatte che le gabbie salariali al Nord esistono già. È il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi, citando i dati del Centro studi degli Artigiani. “Le gabbie salariali esistono già: stimiamo che al Nord il reddito medio ponderato da lavoro dipendente sia superiore di circa il 30,3% rispetto a quello del Sud”, ha affermato Bortolussi. I dati degli Artigiani - Il Centro studi degli Artigiani che ha preso in esame il reddito da lavoro dipendente (inteso come imponibile Irpef medio, al netto dei contributi previdenziali) di ogni singola regione riferito al 2007. Da questo confronto emerge che la differenza di reddito tra le varie realtà territoriali è già oggi molto evidente. In Lombardia, ad esempio, il reddito medio nel 2007 era pari a 22.800 euro, nel Lazio 21.790, in Piemonte 20.710, in Emilia Romagna 20.190, in Liguria 19.820, e in Veneto 19.490. Al Sud, invece, la situazione risulta essere più contenuta. A fronte dei 17.010 euro della Campania, si registrano i 16.480 euro della Sardegna, i 16.190 della Sicilia e i 15.040 della Puglia. Chiude la classifica la Calabria con 14.180 euro.