Volevano far saltare il metrò

Silvia Tironi

Cinquecittadini di origini maghrebine sono stati raggiunti da un'ordinanza dicustodia cautelare emessa dal gip su richiesta della Procura della Repubblicadi Milano. Secondo l'accusa il quintetto voleva mettere in atto, nellaprimavera del 2006, attentati contro la chiesa di San Petronio a Bologna e lametropolitana di Milano. La minaccia individuata all'epoca dai Carabinieri erastata ritenuta concreta: alcuni fiancheggiatori del nucleo furono espulsidall'Italia. Il presunto gruppo, attivo anche in Algeria, Marocco eSiria, è accusato di associazione con finalità di terrorismo in Italia edall'estero, di finanziamento del terrorismo internazionale, di reclutamento edaddestramento di numerose persone inviate in Iraq ed Afghanistan al fine dicompiere attentati contro obiettivi civili e militari. Nel mirino della vastaorganizzazione transnazionale ci sarebbero state, oltre all'Italia, anche la Francia, la Spagna e la Danimarca. La scelta del luogo - «Scegliemmo Milano poichèil presidente Berlusconi proveniva da questa città e perchè le truppe italianestanno collaborando con quelle inglesi e americane nella guerra in Iraq».Questa è la chiave di volta delle dichiarazioni, rese agli inquirenti daMohamed M'Sahel dal carcere del Marocco, sul progetto attentati di Milano eBologna. Le dichiarazioni sono state riportate nell'ordinanza di custodiacautelare in carcere nei confronti di cinque magrebini tra cui lo stessoM'Sahel, firmata nei giorni scorsi dal gip Simone Luerti. «Quando ero in Algericon Salim della Capitale - aveva dichiarato M'Sahel - parlammo del pianojihadista di colpire con esplosivi la metropolitana di Milano e la chiesa aBologna nella quale è presente il quadro raffigurante il Profeta». «Avremmorealizzato l'attentato attraverso un gruppo di massimo 5 persone che avreireclutato in Italia - aveva rivelato ancora -; costoro avrebbero portato unozaino esplosivo che avrebbero dovuto azionare all'interno della metropolitana.L'attacco sarebbe dovuto avvenire prima delle elezioni politiche al fine divariare il risultato elettorale come avvenne a Madrid il 11 marzo 2004.