Maroni: su ronde e immigrati

Dario Mazzocchi

Il governo è pronto a chiedere la fiducia sul disegno di legge che dovrebbe riportare da due a sei mesi i tempi di permanenza nei Cie, i Centri di identificazione ed espulsione. A dichiararlo è stato il ministro dell’Interno Roberto Maroni, mentre si trovava a Varsavia in occasione di un vertice bilaterale con i colleghi polacchi. È stato proprio Maroni a chiedere al presidente del Consiglio di muoversi in questa direzione: “Sul disegno di leggo ho chiesto formalmente a Berlusconi di porre la fiducia: mi è stato risposto di non fare polemiche”, ha detto il ministro leghista che però non si è tirato indietro. “Ma per evitare la regola del 'non c'è due senza tre’ – ha proseguito riferendosi al timore che il provvedimento possa essere bocciato con il voto segreto in aula per la terza volta - o si trova un accordo pieno o lo porto in aula e metto la fiducia”. Al momento si tratta di una semplice “valutazione”, ma le parole di Maroni tradiscono la volontà da parte leghista di tornare al contrattacco sul tema immigrazione. “Se ho le garanzie che il ddl passa con i voti della maggioranza, bene. Altrimenti chiederò al governo di mettere la fiducia”, ha ribadito il ministro dell'Interno. "Entro il 2009 dieci nuovi centri" - Nel frattempo Maroni ha confermato che entro la fine del 2009 potrebbero essere pronti 10 nuovi Cie in altrettante regioni. Il governo “ha già individuato le aeree”, ha spiegato, localizzate “vicino agli aeroporti, principalmente quelli militari e lontani dai centri abitati”. “Noi faremo le proposte alle regioni di queste aree che sono già attrezzate – ha continuato Maroni in merito alla tempistica -. Poi, per renderle operative, ci vorranno dai quattro ai 6 mesi e prevedo quindi che siano operativi entro la fine dell'anno”. Il progetto rientra in un orizzonte più ampio, quello di trasformare Frontex, l’agenzia europea che gestisce il controllo dei confini esterni dell’Unione europea, “in una agenzia che gestisca in tutti i suoi effetti l’immigrazione”. Un progetto che parte dalla creazione di una sorta di network di Cie europei che proceda all’identificazione ed al rimpatrio dell’immigrato clandestino.