Il super piano di Obama

Silvia Tironi

Si sono presi di trogloditi da tutti per essersi rifiutati di votare il super piano salva-tutto da 819 miliardi di dollari, redatto da Barack Obama in persona e salutato dal mondo intero (l'Unità, nel suo piccolo, titola sobriamente "Bentornata, America") come prodigiosa lozione anti-crisi. E invece qualche ragione ce l’avevano, i Repubblicani. Perché pare che il provvedimento fosse scritto talmente male da contenere un trucchetto in forza del quale gli immigrati clandestini avrebbero potuto riscuotere gli aiuti di Stato. Poi dice che i cialtroni sono i politici italiani. Questa, in sintesi, la gabola: il piano stanzia rimborsi fiscali per singoli contribuenti (500 dollari) e per coppie (1.000 dollari), ed esclude dal novero dei beneficiari i non residenti negli Usa. Solo che non fa lo stesso con chi non ha il Social security number, sorta di codice fiscale locale che viene rilasciato a ogni persona fisica abitante negli Usa, lavoratori temporanei inclusi. E qui sta il trucco: al clandestino non resta che fare la richiesta dando un numero provvisorio e, grazie ad una legge già ratificata dal Congresso e in via di approvazione al Senato, essere automaticamente identificato come contribuente per l’anno in corso. E se sei contribuente ti becchi l’assegno. In mattinata, i Democratici hanno corretto in corsa il piano. Assicurano che ora è tutto a posto.