Dire "te la farò pagare"

Silvia Tironi

Non un’offesa, ma una reazione di difesa: secondo i giudici della Cassazione dire ad un vicino di casa “te la farò pagare” nel corso di una lite condominiale, non può essere considerata un’espressione minacciosa, ma la più che giusta reazione da parte di chi crede di aver subito un dispetto. La sentenza che contiene le motivazione è la n. 3492 della V Sezione penale che riassume la vicenda di una donna di Enna, condannata ad una multa di 30 euro. Maria M. si era infatti rivolta in questo modo ai suoi vicini che avevano richiesto l’intervento dei carabinieri. Tutto per colpa di un tubo di scarico ritenuto abusivo. Dopo aver aperto la porta e trovatasi di fronte gli uomini dell’Arma, la signora Maria ha capito che dietro a quella visita non potevano che esserci i vicini di casa e ha promesso “vendetta”. Condannata per minacce dal tribunale di Emma, la Cassazione ha annullato la sentenza. Perché, secondo i giudici di Roma, quella della donna era stata soltanto una “comprensibile reazione all’iniziativa dei vicini, alludendo, come lei stessa aveva spiegato durante l’interrogatorio, alle iniziative giudiziarie che avrebbe intrapreso”. Quindi, più che una minaccia, un avvertimento. I vicini di tutta Italia sono avvisati.