L'alta moda in lutto dice addio a Fausto Sarli
Aveva negli occhi il guizzo geniale di chi sta per compiere una magia, capace di far parlare gli abiti invece del gossip, di portare avanti la sua composta eleganza come una bandiera di cui andare fiero, e bisogna ricordarlo così Fausto Sarli, il maestro della couture italiana che si è spento in ospedale lo scorso giovedì mattina all’età di 83 anni, avvolta dall’affetto dei suoi cari, la notizia l’ha data Alberto Terranova, storico braccio destro che da più di 20 anni collaborava con lui. Il mondo dell’alta moda dice addio così ad uno dei suoi pilastri, il maestro del taglio, lo stilista amato da dive e principesse che da oltre 50 anni rendeva belle ed eleganti le donne. Il segreto del suo lungo e costante successo? La capacità, rara ai nostri giorni, di far parlare semplicemente i fatti, che per lui erano abiti meravigliosi sapientemente confezionati, l’attenzione al dettaglio, quella tipica dell’artigianato di alto livello che caratterizzava e caratterizza tuttora la sua maison in barba alla modernità e al chiasso della moda che cambia, e l’umiltà della persona schiva e riservata che si faceva amare tanto per i suoi abiti quanto per il suo temperamento. Fausto Sarli, nato a Napoli nel 1927, inizia la sua storia d’amore con la couture giovanissimo. Abbandonata l’economia per l’alta moda, i primi passi li muove facendo pratica da Emilio Schubert e Antonio De Luca, e fin da subito si afferma come una promessa dell’alta moda italiana sfilando tra i big della moda dell’epoca a Palazzo Pitti, nella mitica Sala Bianca testimone del successo di stilisti e grandi sarti, nel 1954. Il suo nome si afferma quasi subito, e star come Mina, Ornella Vanoni, le Gemelle Kessler ma anche Carla Fracci, Valentina Cortese, Liz Taylor, Monica Bellucci e Carol Alt diventano presto ambasciatrici della couture tutta italiana firmata Sarli oltre che estimatrici della personalità del grande sarto, tanto amato da convincere star della passerella del calibro di Eva Riccobono, Carla Bruni, Valeria Mazza, Mariacarla Boscono, a sfilare per lui e solo per lui in occasione delle presentazioni delle collezioni inserite stagione dopo stagione nel calendario di AltaRoma, kermesse di cui lo stilista partenopeo era uno dei big incontrastati e più attesi. “Con lui se ne va uno dei più illustri interpreti della creatività del nostro Paese, uno stilista di genio, l'eccellenza del nostro Made in Italy”, così lo ricorda Gianni Alemanno, sindaco di quella Capitale che solo pochi mesi fa, a maggio, aveva premiato il couturier con la “Lupa Capitolina”. di Donatella Perrone