I consigli del dermatologo:

Monica Rizzello

Arriva il ponte dell'Immacolata e qualcuno pensa già al primo “assaggio” di divertimento prima delle vacanze natalizie. Che sia sulla neve o al sole dei tropici, però, i dermatologi avvertono che il sole può diventare pericoloso se non ci si protegge dai raggi ultravioletti. Secondo il dermatologo Matteo Cagnoni, direttore dell'Irdeg, l'istituto di ricerca e cura dermatologia globale, «vent'anni fa una persona con carnagione chiara che si esponeva al sole senza protezione impiegava dalle 6 alle 8 ore per sviluppare un intenso eritema, oggi avviene al massimo in due ore». Ecco quindi il decalogo dell'esperto per una corretta abbronzatura: 1) Usare una crema protettiva anche se non c'è il sole. Con il cielo coperto passano il 90% dei raggi ultravioletti. 2) Ai tropici, anche sotto l'ombrellone, non si è mai coperti abbastanza. La luce riflessa è pericolosa e quindi va usata lo stesso una crema protettiva. 3) Neve, sabbia, acqua ed erba riflettono la luce potenziandone l'effetto sulla pelle. La neve è quella che riflette di più, fino all'80% dei raggi, e quindi in montagna è meglio usare una crema con fattore di protezione molto alto. 4) Ad altitudini elevate è più facile scottarsi perché i raggi ultravioletti aumentano del 4% ogni 300 metri di altezza. 5) Usare filtri solari regolamentati da indicazioni europee. 6) Un filtro protettivo deve avere un indice di SPF (sun protection factor) superiore a 6 (tra 6 e 10 è basso, tra 15 e 25 è medio, tra 30 e 50 è alto e oltre 50 è molto alto). 7) Usare la protezione in modo adeguato, sia nel tempo che nella quantità. La crema andrebbe spalmata sulla pelle ogni ora. 8) Mai esporsi al sole tra le 11 e le 16 se si vuole evitare l'insorgenza anche di tumori cutanei. 9) Ai tropici le radiazioni sono più intense. In questi luoghi occorre esporsi meno e usare creme a protezione molto alta, bere molta acqua e possibilmente assumere betacarotene per bocca. 10) Infine attenti alle lampade abbronzanti perché i raggi ultravioletti sono 15 volte più potenti del sole. La pelle deve essere dunque protetta dai raggi ultravioletti non solo d'estate, perché il sole può nuocere anche d'inverno, sia che si scelgano i tropici sia la montagna come mete del ponte dell'Immacolata o delle vacanze natalizie. Il consiglio, o meglio lo slogan, è «solo sole sicuro», come ribadisce il dermatologo Matteo Cagnoni, direttore dell'Istituto di ricerca e cura dermatologia globale (Irdeg) di Roma, perché il sole, da fonte di benessere, potrebbe diventare pericoloso se non ci si protegge adeguatamente dai raggi ultravioletti A, B e C: questi ultimi una volta venivano trattenuti dall'ozono, mentre oggi ci colpiscono massicciamente. Anche se l'Italia vanta un clima notoriamente mite e soleggiato, è ancora il fanalino di coda in Europa quanto a corretta esposizione al sole. Anzi, gli italiani sono considerati dei veri e propri malati di tintarella: molti sono diventati tanoressici, dipendenti cioè dall'abbronzatura, una sindrome compulsiva da sole che secondo studi recenti colpisce sei connazionali su dieci. Sempre protetti, dunque, per non trasformare le feste e le vacanze in problemi più o meno gravi.