Un bicchiere di rosso

Silvia Tironi

“Il vino fa buon sangue” e non solo quello. Il consumo di vino è, infatti, un argomento sociale particolarmente controverso e spesso si delineano i suoi effetti deleteri sulle prestazioni sessuali. Secondo uno studio realizzato dai ricercatori della University of Western Australia, però, su 1.580 uomini tra i 20 e gli 80 anni, la disfunzione erettile non è legata al modo di bere. Considerando tutte le differenze tra i soggetti coinvolti nello studio legate a fumo, età e malattie cardiache, è stato riscontrato tra i bevitori abituali un tasso di DE inferiore del 25-30% rispetto agli astemi. Questo studio ha permesso di sottolineare l’elevato rischio DE legato all’associazione tra malattie cardiovascolari e fumo di sigaretta. “Secondo i ricercatori il ruolo attivo nei confronti della disfunzione erettile è svolto da alcuni antiossidanti presenti nel vino rosso – spiega Nicola Mondaini, dirigente medico Ospedale Santa Maria Annunziata di Firenze – un consumo regolare e moderato, quantificato in 2-3 bicchieri per l’uomo, è collegato a una riduzione del rischio di malattia coronarica e della mortalità globale e lo stesso effetto protettivo sul sistema cardiovascolare può essere esteso alla disfunzione erettile ritenuta come la punta dell’iceberg di un disturbo vascolare sistemico.” I ricercatori hanno, inoltre, scoperto che le donne, sotto l’effetto dell’alcool, diventano più sincere nel confessare il loro desiderio sessuale, allineandosi ai comportamenti maschili. Dallo studio dell’Università di Firenze nasce anche l’idea del libro “Vino e Eros” edito da Giunti Demetra, promosso dalla Società Italiana di Andrologia e depositato all’Aifa – Agenzia Italiana del Farmaco, in cui specialisti di andrologia, psicologia, urologia, ginecologia e farmacologia provano a fare chiarezza nel rapporto tra consumo di vino e soddisfazione dei sensi.