I fans smascherano Grillo:
di Antonio Sanfrancesco - A furia di mandare a “fanculo” tutti, alla fine il popolo della Rete ha mandato a “fanculo” lui. Sic transit gloria mundi. Anzi, gloria bloggi. L’anno scorso, al Blog Fest di Riva del Garda, il meeting dei blogger italiani, il suo sito aveva trionfato come migliore dell’anno. Quest’anno, invece, si è dovuto accontentare del titolo di “Miglior blog andato a puttane”. Stiamo parlando di Beppe Grillo, sputtanato, è proprio il caso di dire, dagli utenti del suo stesso sito che il “Guardian”, nel marzo 2008, aveva inserito al nono posto nella classifica dei 50 più influenti del mondo. Altri tempi. Ora del Savonarola al pesto sembrano essersi stufati persino i suoi adepti. Il motivo? I post del sito non sono scritti da lui, hanno scoperto i grillini, ma da almeno quattro ghostwriter, anche se la firma è sempre quella del Vate. Fiducia tradita, quindi. Ma navigando su Internet le critiche sul suo blog abbondano. Sul sito “conversazionidalbasso” leggiamo: «Quello di Grillo non è un blog perché la peculiarità dei blog sta nell’instaurare una conversazione e i post dell’artista genovese sono dei monologhi». E ancora: «I commenti ci sono e sono tanti, ma l’autore non risponde mai». Conclusione: «Gli utenti stanno a guardare, rispondendo a valanga ad ogni suo starnuto». Non a caso quando il giuslavorista Pietro Ichino gli chiese un confronto sulla legge Biagi, massacrata dal Nostro, lui ha risposto no, grazie, trincerandosi dietro ai (suoi?) post. E se queste critichefossero opera di qualche berlusconiano incallito che non sopporta le sue prediche? Un po’ difficile. C’è chi il blog di Grillo lo ha studiato bene, come Edoardo Fleischner, esperto di media, che nel libro “Chi ha paura di Beppe Grillo?” ha spiegato: «Si possono individuare almeno quattro tipi di scrittura nel sito che si differenziano nell’uso dei vocaboli, più o meno popolari, politici, economici e giuridici; nella costruzione delle frasi, brevi e sincopate, lunghe e piene di subordinate, fitte di citazioni e nello stile della scrittura, apodittico, ironico fino al sarcasmo, politicante, “etico” con sfumature di romanticismo». Nel libro si fanno diversi esempi di questo lavoro d’equipe, il problema è che i fans non ne sono a conoscenza e credono che sia tutta farina del sacco di Grillo e non invece di un team di spin doctor che suggerisce. Un boomerang per il re del qualunquismo proprio nel momento in cui ha deciso di scendere in politica ufficialmente con il suo “Movimento a 5 stelle” contando sulla potenza del blog che, secondo gli esperti, avrebbe un bacino potenziale di 4-5 milioni di elettori.