Insegnanti italiani anti pc

emanuele satolli

Gli insegnanti italiani rimandati in materie tecnologiche. Nonostante 7 su 10 usino i computer abbastanza abitualmente, non hanno una vera formazione e spesso i loro insegnanti sono i figli. Navigano su Internet, frequentano i social network,  desiderano una scuola maggiormente tecnologica, ma se si va più a  fondo arrivano gli strafalcioni: gli insegnanti confondono il notebook con Facebook, credono che Outlook sia un’espressione dei giovani per indicare che si è fuori moda e alcuni pensano che l’Hard disk sia un  gruppo metal molto popolare su Internet. È quanto emerge da un’indagine condotta su circa 1.000  insegnanti di scuole primarie e secondarie e realizzata da Edu-Tech in occasione del primo convegno dedicato al futuro della scuola che si  aprirà giovedì prossimo a Milano. All’incontro parteciperanno docenti,  educatori, istituzioni e addetti ai lavori per discutere sui temi del rapporto fra  scuola e tecnologia. Secondo lo studio il 67%  degli insegnanti italiani, quasi 7 su 10, usa abitualmente il computer. C'è chi lo fa quotidianamente, il 24% e chi qualche volta  alla settimana, il 43%. I docenti non tecnologici, quelli che non accendono mai il computer, sono il 18% (quasi uno su 5). Tra coloro che si mettono spesso o periodicamente davanti a un PC, un  quarto (26%) afferma di essere un autodidatta, e un altro quarto (25%) ha imparato grazie ai figli. Il 19% ha seguito dei  corsi, e un 13% ha imparato a “smanettare” perché ha sposato un partner più tecnologico.