Il commento

Mughini: giusta la gogna del web per gli infami che picchiano le donne

Giulio Bucchi

Uomini che picchiano le donne. E non una o due volte, bensì tutte le volte che possono, tutte le volte che decidono di usare la loro maggiore forza fisica. Ci sono famiglie in cui accade oggi, accadrà domani o la prossima settimana. E a colpire sono uomini di tutte le età, di tutte le classi sociali, di tutte le levature culturali, di tutte le regioni d’Italia. Uomini che non hanno alcun particolare curriculum o magari personaggi famosi come il cantante quarantacinquenne Massimo Di Cataldo, di cui la ex compagna dice che è «un uomo gentile» pur dopo aver pubblicato su Facebook le foto raccapriccanti del suo volto di donna tumefatto. Dai colpi, dice Anna Laura Millacci, sferrati dal cantante alcuni giorni fa. E mentre Di Cataldo giura e spergiura (anche ai suoi genitori) che non è vero niente, che la storia è inventata, e naturalmente staremo a vedere chi dei due dice il vero. Il fatto è che le foto ci sono, qualcuno quel volto di giovane donna lo ha pur colpito furiosamente. E di foto così ne avevamo viste altre volte, tanto di donne famose che di donne di cui prima non sapevamo nulla. Amore e possesso - Quella tra la Millacci e Di Cataldo dunque è l’ennesima storia tra uomo e donna che si colloca a metà strada tra l’amore e la violenza? Non usiamo questo linguaggio nemmeno per ischerzo. Dove c’è la furia maschile che esercita la sua forza su una donna, compagna o amante o sposa o altro, la parola “amore” non ha diritto di cittadinanza. Diventa una parola bugiarda e cialtrona. Se fosse vero quello che ha aggiunto la Millacci nella sua denuncia, e cioè che Di Cataldo era giù di umore perché il suo iter professionale è in declino, allora saremmo ancor più dentro l’orrore. L’orrore di chi vuol fare pagare i saliscendi della sua vita a una donna che gli è accanto. Se un uomo facesse questo, e molti uomini lo fanno, uscirebbe dalla condizione umana. Non è più un uomo, ma una creatura fatta di sterco. Se c’è qualcosa che non può non essere sacro per un uomo è il rispetto della donna in quanto essere più debole. Puoi certo pronunciare a voce il tuo disprezzo per una donna, e quanto a stronzaggine e ad arte della bugia ci sono donne che non scherzano quanto a meritare il disprezzo, mai e poi mai puoi colpirla con un dito. Mai e poi mai puoi ritenere che il tuo “amore” per lei diventi una specie di diritto al “possesso” e dunque a colpire chi si sottrae o vorrebbe sottrarsi a quel possesso. Per un uomo battere una donna è più infamante ancora che il non accorrere in soccorso di un compagno sul campo di battaglia. È uno smentire e ferire al cuore l’onore maschile, un onore che per quello che mi riguarda non ho certo aspettato l’insurrezione femminista ad impararne il decalogo. Un decalogo che o lo rispetti o sei sterco. Nell’epoca in cui tutto o accade su Facebook e Twitter oppure non esiste, ha fatto bene Anna Laura Millacci a “postare” quelle foto drammatiche su un social network? Ha fatto bene a scaraventare in pubblico un dramma suo privato? Se i fatti sono quelli che lei dice, ha fatto benissimo. Il “silenzio” delle donne picchiate finisce difatti per essere una complicità con il delinquente che picchia. Condanna e disonore - Ciascuna storia familiare e sentimentale è diversa da tutte le altre, e ogni volta diversa è la dinamica da cui nascono i colpi e le percosse, epperò se vai al sodo di questo si tratta: che c’è un delinquente maschio che picchia e che gode di una sorta di impunità sociale. Lo fa e non paga dazio, di nessun tipo. Ho incontrato donne che avevano attraversato il tunnel della violenza familiare e che avevano taciuto. Lo so che le chiavi interpretative delle situazioni personali a due sono le più diverse, e nessuno di noi ha in tasca le ricette che vanno bene per tutte le malattie piscologiche o che aprono tutte le porte del vivere. Solo che noi ci troviamo di fronte a una situazione sociale diffusa, la violenza dell’uomo nei rapporti personali e sentimentali, una violenza che non patisce condanna e disonore a sufficienza. Chi di voi toglierebbe il saluto a un amico di cui venite a sapere che picchia la sua compagna? Auguro a Di Cataldo di potere provare che lui non ha colpito la sua ex moglie. Se lo avesse fatto il disonore cadrebbe su di lui. Ho detto il disonore, che è cosa ancor più rombante che non i sette anni pena inflitti a quello o a quell’altro protagonista della nostra Italietta.  di Giampiero Mughini