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Filippo Facci: Il matto del Nazareno

Giulio Bucchi

I Cinque Stelle che fanno un esposto contro il Patto del Nazareno è qualcosa che va oltre la neuropsichiatria, non si riesce neppure a commentare. In pratica un senatore ha denunciato penalmente una chiacchierata, fatta a margine di uno scontornato accordo politico: se Renzi e Berlusconi si fossero telefonati sarebbe stato il Patto della Telecom. Ora la magistratura dovrebbe «accertare esistenza e contenuto del Patto, verificare se sia stato preordinato a pilotare illegittimamente le riforme e a decidere chi nominare al Colle». Che è come dire, essendo le nomine e le riforme regolate democraticamente, che la Procura dovrebbe indagare sulle intenzioni o sui desideri: magari celano qualcosa di losco. Siccome Renzi e Berlusconi sono in due, poi, «costituiscono un’associazione», e inoltre «non conoscendo i confini del Patto, potrebbe anche risultare una compressione della democrazia e un’occupazione degli organi costituzionali». Certo: siccome non si sa cos’è, potrebbe anche risultare un’invasione degli Apache. L’esposto poi contiene domande precise e circostanziate come questa: «Il Patto del Nazareno ha modificato lo scambio elettorale politico-mafioso?». Ma certo, anzi probabilmente è un contro-contro-papello e Massimo Ciancimino ne sa qualcosa. Si chiede solamente, alla fine dell’esposto che ha ben 31 pagine, di acquisire i tabulati telefonici di tutti i giudici costituzionali per verificare se abbiano parlato col capo dello Stato. Roba così, nel senso di droga. di Filippo Facci