Facci

Silvio non è più l'uomo del '94, ma i suoi avversari sì. E il Cav riprende voti

Andrea Tempestini

di Filippo Facci Faccio un esempio. Io penso che Berlusconi abbia fatto un errore capitale a ricandidarsi, ma proprio grosso: dannoso per sé, per il Paese e per l'evoluzione di un centrodestra normale. Credo che non cambierò idea. Però, al tempo stesso, noto l'incredibile irruenza con cui tutti o quasi si scagliano contro di lui: dalla stampa italiana a quella estera, dai tecnocrati ai comici, dagli economisti ai topi di procura, per tacere ovviamente dei politici. Il coro è oggettivamente impressionante, ed è inevitabile - e umano - che il «tutti contro uno» possa suscitare simpatie per il bersaglio. Vedere banche, burocrati, organismi, partiti e giornali stranieri impicciarsi così sfacciatamente nelle nostre elezioni - contro uno che in definitiva, e diversamente dai suddetti, chiede democraticamente il voto degli italiani - può far incazzare parecchio ma soprattutto sta facendo clamorosamente dimenticare, dopo vent'anni, che il tutti contro Berlusconi equivale a fargli la più grandiosa delle campagne elettorali. Io - lo ripeto - non cambierò idea, ne sono abbastanza certo. Ma sono certo anche di un'altra cosa: che altri, con questo andazzo, la cambieranno. È un fatto statistico e probabilistico. Berlusconi, in questi giorni e in queste ore, sta solo riprendendo voti. Perché lui non è più l'uomo che era nel 1994: ma forse i suoi avversari sì.